Quello che ha colpito Business insider è l’organizzazione decentrata e flessibile del movimento, basti pensare che a fronte di oltre 8 milioni di elettori, la gestione della campagna elettorale via web è stata gestita da soli 3 dipendenti, su un blog solo e che tutti gli incontri fra i sostenitori del movimento sono stati realizzati mediante i meetup.
E dire che era nato tutto dal blog di Beppe Grillo che a metà degli anni 2000 era tra i primi dieci al mondo nella classifica di Technocrati quando tutti gli altri blog presenti nella top ten erano scritti in inglese e spesso rivolti alle tecnologie. Già allora erano migliaia i commenti, i social network, di fatto, sono stati una evoluzione necessaria di questa realtà, twitter e facebook sono diventate semplicemente delle armi in più per far circolare le idee del movimento.
Il passo successivo è stato passare dalla rete agli incontri organizzati nella piattaforma Meetup; ossia uno spazio digitale su internet nato a New York e usato per la volta in modo ampio durante la campagna elettorale di John Kerry, candidato democratico alla Casa Bianca nel 2004. Mezzo che avrebbe poi usato anche Barak Obama per costruire il proprio successo elettorale, al momento Meetup segnala che sono 800 i gruppi nel mondo sotto il titolo “Meetup di Beppe Grillo” e riuniscono circa 111 mila iscritti in 3 continenti.
In questo modo dunque il movimento 5 stelle riesce ad evitare dispendiose riunioni in sedi fisiche e ad abbattere i costi delle organizzazioni politiche più tradizionali; le discussioni si realizzano in spazi pubblici ma soprattutto sono visibili e fruibili da chiunque. Il M5S, tuttavia, non affida la sua organizzazione solo a Meetup; infatti molti gruppi del movimento dispongono di un blog proprio il cui uso converge nel mare dei social network dove il popolo 5 stelle si ritrova e confronta. Su youtube, Beppe Grillo, è una vera e propria potenza; basti pensare che vanta 153 mila iscritti e un numero di fan superiore a Tiziano Ferro e Jovanotti.
Il web però non è solo social, non è solo luogo d’incontro, ma è utilizzato proprio per prendere decisioni; il movimento, infatti, sta sperimentando LiquidFeedback, una piattaforma impiegata, ormai da anni, dal Partito Pirata in Germania dove i partecipanti possono partecipare a proposte e deliberazioni. Viene, in sostanza, messo in atto il sistema del proxy voting; ossia ogni persona sceglie un’altra a cui cede il proprio voto.
Così facendo gli utenti più esperti in un’area accumulano le deleghe ricevute, la procedura riesce a velocizzare le discussioni e le decisioni che invece sarebbero più dispendiose nella realtà. Per partecipare a questi eventi occorre, naturalmente un invito che viene recapitato in posta elettronica.
Dunque il concetto che il movimento propone è una vera e propria democrazia liquida che in Germania ha convinto addirittura anche la pubblica amministrazione locale nel distretto di Friesland tanto che sta eseguendo un test per testarne l’efficacia. Le bozze dei documenti in esame sono aperte, secondo differenti modalità, ai contributi dei partecipanti che possono esprimere la loro opinione. Non è quindi necessario essere nel medesimo luogo fisico è questo il vero vantaggio in termini di tempo, semplicità e risparmio.
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