Parti: Designer Skin LLC v. S & L Vitamins, Inc., et al.
FATTO
Nel caso di specie l’attore, Designer Skin, produce prodotti abbronzanti e, per promuovere tali prodotti, utilizza vari marchi di cui è titolare. Designer Skin gestisce altresì un sito internet, in cui ha postato le immagini dei suoi prodotti per promuoverne la vendita.
La Designer Skin vende i propri prodotti per mezzo di distributori indipendenti, i quali possono rivendere i prodotti della casa-madre a centri abbronzanti e saloni di estetica, ma non a rivenditori che operano via internet.
La convenuta è la società S & L Vitamins (“S & L”) che vende via internet i prodotti della Designer Skin e di società concorrenti. Al fine di promuovere i prodotti, la S&L pubblica sul proprio sito le immagini dei prodotti e inserisce, tra i propri meta-tag, i marchi dei prodotti venduti.
DECISIONE
A giudizio della corte non vi sarebbe un’ipotesi confusoria: “In contrast to the deceptive conduct that forms the basis of a finding of initial interest confusion, S & L Vitamins uses Designer Skin’s marks to truthfully inform internet searchers where they can find Designer Skin’s products. Rather than deceive customers into visiting their websites, this use truthfully informs customers of the contents of those sites. Indeed, in practical effect S & L Vitamins invites Designer Skin’s customers to purchase Designer Skin’s products. The fact that these customers will have the opportunity to purchase competing products when they arrive at S & L Vitamins sites is irrelevant. The customers searching for Designer Skin’s products find exactly what they are looking for when they arrive at these sites. S & L Vitamins is not deceiving consumers in any way. Thus, its use of the marks does not cause initial interest confusion”.
La capacità dei meta-tag di determinare un effetto confusorio dovrebbe essere, poi, provato dalla società attrice, su cui graverebbe, quindi, l’onere di dimostrare che alcuni consumatori hanno modificato le proprie scelte di consumo.
Allo stesso modo, l’utilizzo di meta-tag non violerebbe la disciplina in materia di marchi di impresa: “First, the product or service in question must be one not readily identifiable without use of the trademark; second, only so much of the mark or marks may be used as is reasonably necessary to identify the product or service; and third, the user must do nothing that would, in conjunction with the mark, suggest sponsorship or endorsement by the trademark holder”. L’utilizzo dei marchi dell’attrice sarebbe così lecito per un nominative fair use.
Non rientrerebbe, invece, nella nozione di fair use l’utilizzo di immagini della società attrice, sebbene la convenuta avesse sostenuto che si trattasse di fotografie scattate autonomamente dei prodotti della Designer Skin.
Il testo integrale della decisione è qui
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