A chi commette un furto approfittando della occasione propizia non si applica l’aggravante della destrezza che invece presuppone astuzia e abilità nel furto.
Corte di Cassazione, Sezioni Unite penali, Informazione provvisoria, n. 8/2017
Un uomo ruba un computer portatile in un bar approfittando della distrazione della proprietaria. L’uomo viene condannato per furto con l’aggravante della destrezza sia in primo che in secondo grado. Il condannato fa quindi ricorso alla Corte di Cassazione sostenendo l’illegittimità della aggravante affermando che :
–non era stato lui a creare le condizioni per il furto. A suo avviso non c’era stata una sua attività astuta e rapida per superare l’attenzione e la vigilanza “media” del proprietario del bene;
– già in casi simili la Corte aveva escluso l’aggravante, come nel caso di furto di un’auto “incustodita” poiché il proprietario l’aveva lasciata con le chiavi nel cruscotto.
La Corte ha rinviato la questione alle Sezioni Unite per la individuazione di un orientamento univoco sul tema, tenuto conto che in altri casi analoghi la Cassazione aveva applicato l’aggravante della destrezza, come nel caso del furto di una bicicletta mentre il suo proprietario stava telefonando.
In conclusione le Sezioni Unite hanno ritenuto che la destrezza comporti una specifica abilità e sveltezza nella sottrazione del bene e si sono pronunciate per escluderla quando il ladro si limiti ad approfittare di una situazione oggettiva di temporanea distrazione del proprietario.
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