La legge 11 novembre 2011, n. 180 si propone, essenzialmente, di tutelare la libertà delle imprese, lasciando alle stesse maggiore respiro, specialmente attraverso la semplificazione di farraginose procedure burocratiche, che da sempre stringono le imprese nella loro morsa. In essa è contenuto pure lo Small Business Act, ovverosia la Carta europea dei diritti per le piccole e medie imprese, adottato a livello comunitario.
Questo sarebbe il primo provvedimento tra gli impegni assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione europea ad esser stato messo in atto, benché si tratti di un “cerotto” alla ferita inferta dal disinteresse e dalle inadempienze del precedente Governo.
Un decisivo passo in avanti, al di là dei meriti effettivi, verso la crescita delle imprese e del Paese.
Le più importanti novità introdotte dalla Legge 180:
– i rapporti con la pubblica amministrazione sono resi più chiari e trasparenti;
– vengono introdotti termini certi di pagamento dei beni e servizi forniti dalle imprese agli enti pubblici (trenta giorni);
– in attuazione della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti, sono stabile sanzioni effettive contro il mancato rispetto delle scadenze ( interessi di mora all’8% più il tasso BCE);
– qualsiasi proroga del termine di pagamento deve essere espressamente prevista ed “oggettivamente giustificata”;
– è garantita la concreta riduzione degli adempimenti amministrativi di cittadini ed imprese;
– le imprese possono far parte di associazioni legittimate ad agire.
Il tutto nell’ottica del rispetto dei principi di certezza del diritto e di controllo precipuo.
Le innovative riforme sono finalizzate, come si evince dalle discussioni del Parlamento europeo in merito, a distinguere i debitori privati da quelli pubblici, rendendo più severe e stringate le regole per questi ultimi, nell’ottica, appunto, di una maggiore stabilità e sviluppo del settore delle piccole e medie imprese.
Attendiamo, dunque, di verificare le risposte positive, da tutti auspicate, di questa riforma, parecchio innovativa.
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