Gli stessi concetti sono stati ripresi, sviluppati e precisati dal sottosegretario Polillo in una intervista apparsa su Italia Oggi di venerdì 24 agosto in cui fra l’altro precisava: “La situazione è molto variegata, ma al tempo stesso piuttosto oscura. A tutt’oggi i conti degli enti locali non parlano un linguaggio comune, nonostante il decreto sull’armonizzazione dei bilanci che però entrerà in vigore dal 2013. E così, accanto a enti virtuosi che hanno ben amministrato e rispettato il Patto e oggi si trovano in difficoltà per questo, c’è chi ha fatto il furbo mascherando situazioni di default occultate dietro gestioni apparentemente irreprensibili”.
Sempre tramite Twitter riceviamo la risposta del sottosegretario Polillo al nostro commento, che integralmente riportiamo:
“Capisco la passione di Carlo Rapicavoli un po’ meno il suo richiamo all’ordine e l’invito rivolto non si sa a quale superiore autorità. Siamo gente seria e quando parliamo lo facciamo a ragion veduta, partendo dai dati e non dalle impressioni. C’è una lunga indagine dell’Istat, svolta su incarico del Ministero dell’economia e la Conferenza Stato – regioni, che dimostra, senza possibilità di dubbio, il crescente peso della finanza locale sugli squilibri della finanza pubblica italiana. Le relative tabelle sono state trasmesse e pubblicate da Camera e Senato. Basta vederle. Poi si può discutere seriamente” (@polillog, 25 agosto).
Innanzitutto un’osservazione: apprezzo molto il tempestivo intervento di precisazione del sottosegretario che ha voluto chiarire il senso del suo intervento. Fatto non consueto e pertanto di per sé, al di là del merito, rilevante, in quanto testimonia un modo diverso di intendere il ruolo di Governo rispetto ai modelli “tradizionali” che abbiamo purtroppo imparato a conoscere.
Nel merito: nel mio breve intervento precedente di commento al twitter del sottosegretario Polillo del 21 agosto non erano contenuti “richiami all’ordine o inviti a superiori autorità”.
Il tema della finanza locale è molto complesso per essere generalizzato o semplificato. E non è quello che intendo fare.
Mi limito ad alcune osservazioni generali, indicando per titoli i temi principali che richiedono approfondimenti anche alla luce dei contenuti dell’indagine Istat segnalata dal sottosegretario:
1) Il rapporto tra il crescente peso della finanza locale ed il processo di decentramento di funzioni accentuato dopo la riforma costituzionale del 2001;
2) La necessaria differenziazione tra le diverse realtà;
3) I primi esiti della procedura di individuazione dei costi e dei fabbisogni standard e degli obiettivi di servizio già ultimata per alcune funzioni.
4) Le procedure di verifica, controllo e sanzione a carico di quegli Enti che non rispettano i vincoli di finanza pubblica. E solo a carico di quelli senza generalizzazioni e senza interventi e tagli lineari e indiscriminati;
5) Il rispetto dei principi costituzionali di autonomia amministrativa e finanziaria di Regioni e Enti Locali – Comuni e Province – con il connesso ed inscindibile principio di responsabilità.
Al Sottosegretario mi permetto di ribadire: discutiamo seriamente di questi temi.
Una richiesta di serietà che, Le assicuro, proviene in primo luogo proprio da tutte le tante Amministrazioni Locali che operano seriamente e correttamente, nel rispetto di tutti i vincoli di finanza pubblica, al servizio dei cittadini verso i quali rappresentano il primo presidio di legalità e democrazia e di presenza delle Istituzioni sul territorio.
Un sentito apprezzamento dunque per la disponibilità al Sottosegretario; dalla seria analisi sulla gestione degli Enti Locali, dalla effettiva semplificazione della struttura amministrativa complessiva dello Stato, senza generalizzazioni, potranno derivare effettivi benefici per l’intera collettività.
Al Sottosegretario Polillo assicuro che tanti, tantissimi amministratori e funzionari che operano negli Enti Locali operano con responsabilità, passione e dedizione al servizio delle Istituzioni del nostro Paese.
Sempre pronti al confronto, all’impegno, alla corresponsabilità.
Carlo Rapicavoli
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