La fiducia sul decreto legge per le liberalizzazioni alla Camera era stata chiesta ieri dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 24 marzo, pena la sua decadenza.
Si tratta della dodicesima questione di fiducia posta dal governo Monti.
Il rigido contingentamento dei tempi non è piaciuto al presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Mi sia consentito esprimere il mio rammarico per l’insensibilità del governo che non ha ritenuto opportuno fornire all’Assemblea ulteriori elementi di valutazione“, ha affermato.
Sempre nella giornata di ieri i componenti dell’ufficio di presidenza dell’Idv hanno inviato una lunga lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale viene ripercorso l’iter che ha portato al voto di fiducia sul decreto liberalizzazioni e in cui vengono minuziosamente puntualizzati i motivi per cui non ci sarebbe la copertura finanziaria di alcune norme. “Oggettivamente si tratta di questioni che hanno fondatezza“, ha dichiarato in merito il Presidente della Camera Fini. Anche la Ragioneria generale dello Stato ha del resto sottolineato che cinque norme non hanno adeguata copertura.
Intanto la maggioranza al governo con un ordine del giorno bipartisan ha chiesto un decreto legge per cambiare le misure sulla nullità delle commissioni bancarie previste dalle liberalizzazioni. Le misure sono quelle che avevano portato alle dimissioni del comitato direttivo dell’Associazione delle banche italiane (Abi).
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