sono una mamma di tre figli di 22, 24 e 25 anni.
Il più piccolo si è diplomato con grandi sacrifici, ma alla fine ha ottenuto il sospirato diploma; l’ho spinto a studiare e come ricompensa ho avuto il suo ringraziamento perchè si è reso conto che la scuola, con tutti i suoi pregi e difetti, ti aiuta comunque a crescere e ti insegna tanto.
Gli altri due hanno una laurea triennale, ottenuta senza ritardi, grazie ai quali hanno beneficiato entrambi una borsa di studio; senza i nostri e loro sacrifici forse non ce l’avrebbero fatta.
E veniamo al loro esordio nel mondo del lavoro…
Il più piccolo, dopo aver fatto l’operaio per tre mesi, ora è apprendista, svolge un lavoro che nulla ha a che fare con il suo diploma, si alza prestissimo la mattina e corre come un matto. Il lavoro potrebbe anche piacergli, ma viene sfruttato all’inverosimile e per questo è molto rammaricato.
L’altro giorno mi ha confidato che non tutti i giovani sono lavativi, come dice la gente, ma tantissimi, come lui, hanno una gran voglia di lavorare e di costruirsi un futuro. Se però poi vengono presi in giro (per non dire peggio) dal datore di lavoro, che spende belle parole per poi non mantenerle, certamente si resta altamente delusi. Quindi mio figlio, che si è adattato a fare ciò che è finora riuscito a trovare, si è trovato catapultato nel mondo del lavoro sperimentando da subito le ingiustizie ed i soprusi che purtroppo si verificano spesso (prende 800 euro al mese per 40 ore di lavoro settimanali oltre a numerosi straordinari…).
Mia figlia ha un lavoro temporaneo di quattro mesi, che ha svolto anche l’anno scorso; lo stipendio è di 750 euro, ma almeno il lavoro le piace e si trova molto bene con i colleghi. Tra poco finirà, e dovrà mettersi seriamente alla ricerca di qualcosa di diverso. Ha svolto come tanti un tirocinio post-laurea a 450 euro mensili, che le ha comunque dato la possibilità di imparare un lavoro d’ufficio.
Il maggiore, che attualmente si è adattato a fare l’operaio, dopo qualche esperienza di tirocinio e lavori temporanei e co.co.co. ha ottenuto proprio ieri una strabiliante notizia: verrà assunto presso una prestigiosa ditta della zona. Il suo entusiasmo è alle stelle, per una miriade di motivi. 1) Non è stato raccomandato da nessuno. E questo, se valeva ieri, al giorno d’oggi vale ancora di più. Capita di vedere spessissimo che ragazzi appena diplomati o laureati, grazie alle conoscenze di amici e parenti, trovano subito il lavoro. Che smacco per i miei figli, che con le loro sole forze hanno ottenuto quello che hanno! Certamente delusi, ma al tempo stesso fieri! Una mamma sa quanto pesano le delusioni suoi proprio ragazzi, ed è molto triste vederli a volte scoraggiati, delusi, abulici. 2) Finalmente le sue capacità e il suo entusiasmo vengono premiati. Probabilmente le sue piccole esperienze nel mondo del lavoro sono servite a qualcosa, ed il futuro, per lui, ora è un po’ meno incerto. Speriamo che sia davvero la volta buona….
Quindi crediamo sempre in noi stessi e nelle nostre capacità, perchè qualche volta i sogni si avverano davvero!
Cari genitori, questa è la mia esperienza di mamma. Mio marito ed io non abbiamo mai lasciato soli i nostri figli, li abbiamo aiutati nella ricerca del lavoro, nell’estenuante invio dei curricula a centinaia di aziende (a proposito, quelle che rispondono ringraziando “… ma ora non abbiamo necessità di personale”, sono pochissime e andrebbe data loro almeno la medaglia per l’educazione!); li abbiamo ascoltati quando avevano bisogno di parlare, abbiamo pianto con loro quando erano scoraggiati, ci siamo arrabbiati ed abbiamo provato le loro stesse delusioni. Infine abbiamo gioito per loro e con loro e li abbiamo sempre spronati a essere se stessi, a presentarsi così come sono, con le loro capacità ed i loro difetti.
Cercare un lavoro è oggi molto difficile, ancor più difficile trovarne uno, soprattutto quello che risponde ai propri desideri. Ma nel caso dei miei ragazzi la costanza è stata premiata, almeno un pochino; spero tanto che veramente trovino il lavoro che permetterà a tutti e tre di sposarsi e soprattutto farsi una famiglia con dei bambini. Questo è ciò che vogliano i miei figli, desideri che in fondo sono quelli di tanti altri giovani e quelli di noi genitori alla loro età.
Ed ora una richiesta al nostro Presidente del Consiglio e al suo Governo: cambiamo la scuola, facciamo in modo che sia una palestra di attività non solo teoriche ma pratiche, in modo da formare veramente persone che possano entrare nel mondo del lavoro direttamente. Cambiamo le leggi per quanto riguarda le assunzioni, ma non permettiamo che un apprendista (si è apprendisti fino a 29 anni! E a 29 anni una volta si era già genitori e addirittura si faceva la guerra!) prenda 800 euro al mese e venga sfruttato (succede quasi sempre…) o un tirocinante 350 euro (come è capitato a mio figlio quando svolgeva in toto mansioni da impiegato). Ci sono lavoratori in nero, chi fa straordinari non pagati o pagati senza maggiorazione, chi viene sottopagato o non pagato affatto. Ci sono datori di lavoro che sfruttano, grazie a leggi che si possono aggirare, poco chiare o purtroppo che permettono alcuni soprusi; e soprattutto facciamo in modo che gli Ispettori del Lavoro vigilino con costanza, punendo con multe e soprattutto pene severissime chi viene trovato ad impiegare lavoratori in nero, violando in tanti casi anche le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Diamo certezze ai nostri giovani, che non sognano grandi cose; desiderano solamente quello che anche i loro genitori hanno avuto. Il loro futuro è il lavoro, come recita la nostra Costituzione; facciamo in modo che l’Italia ridiventi una Repubblica fondata sul lavoro, e che veramente il lavoro dia e ridia dignità agli italiani. Ci sono ragazzi che vogliono lavorare, ma non sfruttiamoli; ci sono ragazzi che non cercano il lavoro, forse perchè hanno famiglie ricche alle spalle che li “forniscono” di tutto; aiutiamo anche loro. Non diciamo che i ragazzi sono tutti lavativi e che pensano solo a divertirsi; vi assicuro, non è così…
E infine non dimentichiamoci di chi il lavoro lo ha perso, di chi non lo ha più perchè è stato licenziato o messo in cassa integrazione, di chi è precario, di chi vede la propria azienda fallire, di chi ha lavori co.co.co., con partita iva, o altre aberrazioni simili, di chi è esodato, di chi non puo’ più andare in pensione (e magari lascerebbe volentieri il suo posto ad un giovane pieno di entusiasmo), di chi viene sfruttato e che pur di lavorare e accetta qualsiasi cosa. Crediamo in una nuova Italia, coloriamo il suo futuro; sono convinta che ce la possiamo fare. Con l’aiuto di tutti, ma soprattutto di buone leggi e della buona volontà non solo dei cittadini, ma soprattutto della politica.
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