Al momento, infatti, nessun testo è approdato all’organo della Camera dei Deputati che avrebbe dovuto avviare l’esame, anche se trapela fiducia dagli ambienti romani affinché si possa, nell’arco di poche ore, riparare al ritardo. Certo è che, al centro dell’impasse su cui si è incagliato l’Italicum, si trova la Lega Nord.
Secondo la bozza presentata dal segretario Pd nella tormentata direzione di lunedì, a seguito della quale il presidente del partito Gianni Cuperlo ha rassegnato le dimissioni, la soglia minima per le forze politiche coalizzate, al fine di ottenere dei seggi in Parlamento, è pari al 5%. Una cifra che, su base nazionale, il Carroccio alle ultime elezioni non ha raggiunto, essendosi fermato al 4,1% dei consensi su base nazionale alla Camera e al 4,3% al Senato.
A questo proposito, secondo le ricostruzioni, sarebbe allo studio una clausola che potrebbe riprendere quella già in vigore nel Porcellum, cioè la concessione ai partiti in grado di raggiungere il 10% in almeno tre regioni, di qualche seggio bonus, a dispetto di una percentuale complessiva sotto la soglia predeterminata.
La situazione, già scivolosa nel Porcellum per la Lega Nord, in crisi di voti dopo gli exploit del decennio passato, era già emersa per gli eletti padani in tutta la sua gravità, quando, a seguito delle ultime elezioni politiche, la compagine di Matteo Salvini non fu in grado di costituire un gruppi autonomi in Parlamento. Solo grazie all’ingresso di due deputati e senatori eletti in Sicilia, infatti, si diede vita alle fazioni: “Lega e Autonomie”.
Ulteriori critiche al sistema concordato tra Renzi e Berlusconi, arrivano, poi, dal Nuovo Centrodestra, con la messa in evidenza del meccanismo di attribuzione dei seggi che, collegato alla percentuale raggiunta su base nazionale, lascerebbe le elezioni de rappresentanti nelel liste bloccate in balia del caso. Per questo, i centristi dell’ex delfino del Cavaliere chiedono di introdurre la possibilità di presentarsi, per ogni candidato, in più di una circoscrizione.
E’ poi emerso un altro caso a seguito della partecipazione di Maria Elena Boschi alla trasmissione Ballarò, martedì sera. L’esponente Pd, incalzata dagli avversari, si lasciata sfuggire, in diretta, come sulla questione preferenze – attualmente eslcuse dall’Italicum – penda netto il veto di Forza Italia e, dunque, del suo stesso leader Berlusconi.
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