La proposta del reddito minimo fa breccia nella legge di stabilità, dopo che era stata accennata dal presidente del Coniglio Enrico Letta al momento del suo insediamento a capo del governo e poi sparita dai radar del dibattito in Parlamento.
Ora improvvisamente torna di attualità un’idea che, nella legislatura, è in realtà apparsa come uno dei cavalli di battaglia del MoVimento 5 Stelle, che aveva invocato la sua istituzione come il primo punto del proprio programma di governo in caso di ottenimento dell’incarico.
Ora, a distanza di sei mesi dal via all’esperimento inedito delle larghe intese, il governo si fa portavoce dello stipendio minimo, una misura ritenuta imprescindibile per combattere efficacemente la povertà quantomai diffusa.
E sono almeno 5 milioni, secondo le ultime stime, gli individui che si trovano al di sotto della soglia di sicurezza, cioè secondo i canoni statistici ritenute in “povertà assoluta”. Obiettivo del governo, ha confermato il Ministro del Lavoro, è dunque quello di consentire a queste famiglie di “accedere a un paniere di beni e servizi decoroso”. Il piano del governo si baserà sulla linea tracciata dal Sostegno di inclusione sociale, di cui, al momento, l’ammontare finanziario resta ignoto.
Il profilo della legge di stabilità si chiarirà infatti nei prossimi giorni, visto che martedì prossimo dovrebbe essere presentata la prima versione, che finirà per essere discussa e modificata in Parlamento.
Di certo, troverà spazio in essa anche una riduzione del cuneo fiscale rivolto a lavoratori e imprese, le quali potranno usufruire, dunque, di un minor carico contributivo sullo stipendio dei propri dipendenti i quali, di contro, dovrebbero trovare qualche euro in più in busta paga.
L’attesa, ora, è tutta per eventuali, nuove riforme che verranno inserite nella manovra di bilancio per il prossimo triennio: in primis, gli esodati, che dovranno vedere allargata la propria platea di salvaguardia di 6500 unità già per effetto del decreto di abolizione dell’Imu. Dall’altro lato, qualche piccolo accorgimento dovrebbe arrivare sulle pensioni, come ha spiegato lo stesso Giovannini nei giorni scorsi, al fine di favorire la flessibilità non già in uscita dal lavoro, ma quella di tipo contributivo.
I prossimi giorni, i contorni della legge di stabilità diverranno complessivamente chiari, inclusi eventuali tagli che, in qualche modo, dovrebbero assicurare la copertura per gli interventi messi in cantiere.
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