Legge di stabilità 2014, salta la piena rivalutazione delle pensioni

Redazione 18/12/13
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Con l’arrivo alla Camera della legge di stabilità 2014, il testo approvato dalla commissione rende ufficiale ciò che, negli ultimi giorni, aveva preso corpo: non c’è ancora piena rivalutazione delle pensioni, ma in sede di presentazione degli emendamenti un passo avanti è stato fatto.

Ora, con le ultime modifiche introdotte dal governo, infatti, viene ritoccato il previsto blocco all’indicizzazione prevista in seguito all’aumento del costo della vita, che è stata bloccata nel 2011 con l’avvento della contestata riforma Fornero e avrebbe dovuto proseguire imperterrita anche nel 2014. Ora, a quanto emerge dal nuovo testo arrivato alla Camera, la mancata indicizzazione viene ridotta per le pensioni sotto i duemila euro, dove si recupera un 5% per effetto delle modifiche arrivate in commissione Bilancio e ora trasmesse all’aula.

Nella versione del maxiemendamento che ha ricevuto alcune settimane fa l’ok del Senato, infatti, era prevista, per le pensioni tra 1500 e 2000 euro lordi al mese, una rivalutazione pari al 90% del dovuto, che lasciava l’amaro in bocca ai diretti interessati, che speravano nella piena indicizzazione del proprio assegno. Così, per effetto degli ultimi aggiornamenti al testo della finanziaria per il prossimo triennio, viene innalzato il margine di rivalutazione al 95%, insomma vicinissimo al pieno recupero del valore dovuto.

Salta, dunque, l’indicizzazione completa che tanti pensionati e tante sigle di rappresentanza invocavano, anche a seguito della sentenza che ha dichiarato passibile di incostituzionalità il calmiere alle indicizzazioni degli assegni pensionistici.

Confermato anche il blocco al cumulo da stipendio e pensione, valido per i manager pubblici, che però viene raddoppiato rispetto ai 150mila euro previsti qualche giorno fa: nella versione finale del testo il tetto dovrebbe infatti ammontare a 300mila e andrà rispettato da chi riceve vitalizi in ragione di cariche pubbliche svolte.

Tutto come previsto anche per gli esodati, che ora, potranno recuperare la propria posizione con la previdenza in 17mila, invece dei 6mila con cui la legge di stabilità era partita a seguito dell’approvazione nel primo passaggio parlamentare. Fino al 2020, per il reintegro nel sistema di welfare dei non salvaguardati, il governo ha stanziato la bellezza di 950 milioni di euro, ennesimo tentativo di porre fine a un dramma, quello degli esodati, che sembra non conoscere interruzioni.

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