Dopo il Trise e la Tuc, dunque, la maggioranza sembra aver trovato la quadra su una nuova sigla, forse definitiva, che dovrebbe comprendere le varie componenti in vigore oggi sotto la dicitura “Imu”. LEGGI L’EMENDAMENTO CHE ISTITUIVA IL TUC
Dunque, sparisce ufficialmente il Tributo sui servizi, che si componeva di Tasi e Tari, tassa sui servizi indivisibili e tariffa sui rifiuti. Queste ultime malgrado la dipartita del contenitore originario del Trise, figureranno comunque nella neonata Iuc, che va a perfezionare l’emendamento che istituiva il Tributo unico comunale in sostituzione di Imu, Tares e, appunto, Trise.
Proprio l’Imu, l’imposta che doveva essere cancellata da tutte le cartine geografiche, secondo l’espressione del vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, finisce per rimanere in vigore almeno in una sua componente, quella relativa alle abitazioni non classificate come prime case.
Dunque, ricapitolando, la nuova Iuc in partenza dal 2014 verrà a comporsi dell’Imu per le abitazioni non dichiarate come principali e non afferenti alla fascia di lusso, più la Tari e la Tasi. Sui rifiuti, nella nuova formulazione della tassa figura il calcolo del volume prodotto in relazione anche alle aree scoperte, che comunque non potrà andare oltre la quota del 2013 e, nel 2015 e 2016, scenderà del 10% all’anno.
Quindi, passando alla Tasi, viene prevista la facoltà per i Comuni di aumentare l’aliquota entro il 10,6 per mille della rendita catastale che andrà proprio a coprire quegli interventi pubblici non riconducibili al singolo cittadino, ma svolti nell’interesse dell’intera collettività. A questo proposito, è prevista una riduzione di 10 punti sul fronte delle rendite, per ciascuna categoria per i prossimi due anni.
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