Colpa del dilungarsi delle discussioni in commissione Bilancio sempre a palazzo Madama, dove la legge è arrivata diverse settimane fa ed è stata oggetto di una tempesta di emendamenti – oltrte 3mila – molti dei quali poi dichiarati inammissibili.
Ora, il numero dovrebbe essere sceso “soltanto” a qualche centinaia di proposte di modifica, che son state aggiunte al testo varato dal governo che contiene riforme importanti su un po’ tutti i settori economici e sociali.
Così, si attende a questo punto il verdetto del Parlamento, molto atteso anche in ottica di decadenza a Berlusconi, prevista per mercoledì ma che, se le votazioni della legge di stabilità dovessero protrarsi, come altamente probabile, potrebbe slittare di qualche giorno.
Sicuramente, i punti su cui si dibatterà a lungo in Senato, relativamente alla legge di bilancio, non sono pochi, in particolare sulla fiscalità immobiliare, con la diatriba tra Trise e Tuc per comprendere chi prenderà definitivamente il posto di Imu e Trise, ma senza dimenticare anche capitoli centrali come il taglio del cuneo fiscale, così come la situazione dei dipendenti pubblici, sottoposti a un nuovo blocco del contratto e allo stop al turnover che rischia di mandare in tilt il welfare, come denunciato dal presidente Inps Mastrapasqua.
Insomma, è arrivato davvero il momento del debutto della finanziaria al Senato: alle 15 è fissata la seduta che aprirà ufficialmente la discussione. Resta, però, una pesante incognita sul provvedimento: se il governo deciderà di porre la fiducia, allora il dibattito sarà ridotto all’osso, con i senatori che dovranno giocoforza limitarsi a esprimere il proprio parere in sede di voto. L’eventualità non è da escludere, un po’ per i tempi ormai strettissimi in cui il ddl dovrà passare anche alla Camera e poi ottenere il via libera definitivo, un po’ per le tematiche spinose che in essa si ritrovano, non ultima la legge sugli stadi che il governo ha inserito nel suo pacchetto di emendamenti presentati giovedì scorso.
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