Legge di stabilità 2014, modifiche: cresce la busta paga, ma di pochi euro

Redazione 05/11/13
Ancora pochi giorni per presentare gli emendamenti alla legge di stabilità in Senato. Giovedì, infatti, si chiuderà il cerchio delle prime modifiche alla norma finanziaria per il prossimo triennio, e le commissioni di palazzo Madama potranno esaminare una versione completa del testo modificato.

Dopo alcune indiscrezioni, iniziano ad arrivare le prime certezze su come la legge di stabilità apparirà al suo ingresso in aula. Come ipotizzato nei giorni scorsi, a subire le modifiche più pesanti saranno i comparti delle retribuzioni sul lavoro e dell’imposizione immobiliare.

Proprio nei due capitoli che avrebbero dovuto rivoluzionare il rapporto dei contribuenti con il fisco, quelli più delicato della tassazione sul lavoro e sul luogo di residenza, si nascondevano infatti le più cocenti delusioni dopo gli studi sulla prima versione della legge, nel testo che aveva ricevuto l’approvazione dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre.

Se per gli incrementi in busta paga la media era infatti di 14 euro, con il passaggio da Imu e Trise, si presterebbe il fianco a una serie di vere e proprie stangate, con rincari pronti a colpire inquilini prima non soggetti all’imposta, proprietari di prime e seconde case, commercianti e titolari di esercizi che vedrebbero lievitare l’onere per i rifiuti fino al 600%, secondo le ultime stime di Confcommercio. 

Trend troppo vistoso per passare sotto silenzio anche da parte del governo, il quale ora, si impegna in prima persona, con il viceministro dell’Economia Stefano Fassina a intervenire proprio sui due temi più delicati, che riguardano da vicino milioni di italiani e le loro residenze domiciliari.

In primis, appare ormai scontato che anche per la Tasi, così come già effettuato in campo Imu, verranno confermate le detrazioni obbligatorie, mentre è allo studio una possibile via di deducibilità dei capannoni industriali.

Passando, invece, al fronte delle buste paga, sarebbero in forno importanti novità, dal momento che il governo avrebbe in preparazione l’allargamento degli interessati ai redditi al di sotto dei 30mila euro lordi, che potrebbero tramutarsi in 200 euro in più all’anno, probabilmente restituiti ai lavoratori una tantum. Non si tratterebbe di una vera rivoluzione, per la verità, dal momento che il surplus nello stipendio crescerebbe di tre-quattro euro mensili: ancora troppo poco per cambiare la vita delle famiglie con la riduzione del cuneo fiscale.

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