E’ infatti al via il calendario di audizioni in programma alla Quinta commissione bilancio del Senato, dove il testo si trova attualmente sotto esame a seguito del via libera del Consiglio dei ministri, arrivato lo scorso 15 ottobre.
La presentazione del testo ufficiale aveva poi richiesto un’altra settimana di perfezionamenti, ma alla fine, è arrivata la firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a mettere il sigillo definitivo sulla versione presentata alle Camere.
Così, ecco che inizia il valzer delle modifiche, e c’è da attendersi che, tra commissioni e Aule, gli emendamenti presentati saranno di rilievo e i cambiamenti della legge di stabilità 2014 sicuramente importanti.
Tra le novità dell’ultim’ora, prende quota l’ipotesi di inserire nella legge di bilancio una nuova corsia preferenziale per il rientro dei capitali portati in Svizzera. Benché il governo abbia assicurato che, qualora una simile norma venga inserita nel disegno di legge, non si tratterà di un nuovo condono. Piuttosto, l’intento sembra quello di riproporre il modello di ritorno volontario dei capitali con la speranza che, le banche elvetiche arrivino a fornire nel prossimo futuro le generalità dei correntisti.
Insomma, l’auspicio del governo è quello di concludere a breve un accordo con gli istituti di credito svizzeri per conoscere nomi e cognomi dei titolari di capitali italiani depositati oltreconfine, i quali dovrebbero cominciare il proprio cammino di “riemersione” spontanea sulla base della pratica Ocse “voluntary disclosure”, per poi rtrovarsi sottoposti a una tassazione agevolata, ma in piena regola.
Il vantaggio, per chi sceglierà di riportare in Italia il capitale ora in Svizzera, sarà infatti una decisa riduzione delle sanzioni economiche e, a ruota, anche un alleggerimento delle possibili ricadute penali ere chi si macchia di questa condotta illecita, oggi ritenuta addirittura passibile di detenzione.
Allo studio, oltre all’intervento sul nuovo “scudo” fiscale, anche le possibili modifiche agli interventi sul costo del lavoro, il cui taglio avrebbe effetti in busta paga per 14 euro in media a lavoratore. Ci sono, poi, le proteste dei sindacati, che hanno già annunciato 4 ore di sciopero generale a novembre per protestare contro al legge di stabilità 2014, per dire no alle misure drastiche nella finanziaria, in particolare a quelle inerenti il pubblico impiego.
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