Nelle ultime settimane, infatti, si sono sentite parecchie sigle, che avrebbero dovuto sostituire l’agonizzate Imu: Trise, Tasi, tari, Tuc e, infine, anche la Iuc. Vediamo di capirci qualcosa di più e, insieme, di tracciare i profili di fiscalità che verranno attivati.
Cominciamo dal Trise: inserito nel testo approvato dal governo in Consiglio dei ministri, il Tributo sui servizi si componeva di due volti, che sarebbero dovuti scattare a partire dal prossimo gennaio, la Tasi – Tassa sui servizi indivisibili – e la Tari, tariffa sui rifiuti. La riscossione, in capo ai Comuni, avrebbe dovuto coprire tanto il gettito Imu quando, insieme, riuscire a finanziare quei servizi come l’illuminazione pubblica e la manutenzione dei marciapiedi, che i Comuni realizzano nell’interesse della collettività. Insomma, si trattava, a ben vedere, di una nuova versione delle già esistenti Imu e Tares, riaccorpate dentro un unico contenitore, appunto, il Trise.
Poi, nel corso dell’esame in commissione bilancio al Senato alla legge di stabilità 2014, ci si è accorti che qualcosa non andava: in particolare, che il Trise avrebbe escluso le detrazioni già presenti per l’Imu, obbligando a trovarsi sottoposti a imposizione circa 5 milioni di edifici attualmente esenti per effetto dei bonus. In aggiunta, si profilava una stangata sulle seconde case, che avrebbe compensato il minore gettito in arrivo dalle abitazioni principali, sempre osservato speciale da parte della maggioranza dopo il caos Imu.
Così, dopo lunghe trattative in commissione, si è proposto prima di sostituire il Trise con il Tuc, Tributo unico comunale, che poi è stato ribattezzato in Iuc, imposta unica comunale, che ieri ha ricevuto il placet del Senato con l’approvazione del maxiemendamento.
Ora, dunque, vediamo come anche la neonata Iuc si viene a comporre di due lati: da una parte, resta valida l’applicazione dell’Imu per le abitazioni non principali e non appartenenti alla categoria di lusso, mentre per le prime case essa resterà con valore pari a zero. Quindi, trova spazio nella nuova formulazione anche la Tasi, che verrà versata tanto dai proprietari quanto dagli inquilini.
Salgono le detrazioni sui capannoni: l’Imu versata sarà deducibile del 30% da Ires e Irpef per l’anno in corso. Per agevolare il pagamento della Tasi alle famiglie in difficoltà, poi, viene disposta un’iniezione di ulteriori fondi di 500 milioni, che vanno ad aggiungersi al miliardo già stanziato nel testo originario della legge di stabilità. L’aliquota applicabile sarà al massimo del 2,5 per mille sulla Tasi e del 10,6 per mille sula componente Imu.
Vai al testo del maxiemendamento alla legge di stabilità 2014
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