Legge di stabilità 2014, blocco pensioni elevate e salvi nuovi esodati

Redazione 17/10/13
La legge di stabilità 2014 non è solo il rendiconto dello Stato che, per una volta, sembra aver ridotto al minimo i tagli ai servizi, dopo il braccio di ferro sulle riduzioni di finanziamento al sistema sanitario, passate in poche ore da 4 miliardi a zero. Tra le pieghe della nuova legge di bilancio, sono state inserite diverse novità anche in riferimento alle pensioni e al comparto welfare, che comprende, naturalmente, anche l’esercito degli esodati.

In un primo momento, sembrava che il governo avesse intenzione di introdurre nella legge di stabilità per il prossimo triennio la possibilità, per gli ex lavoratori over 62 e con 35 anni di contributi, che al momento dell’entrata in vigore della riforma Fornero si trovassero in stato di congedo per assistere un familiare malato, di poter accedere a un pre-assegno ponte, fino al momento della maturazione dei requisiti come previsti dalla legge 2011. Poi, nel testo definitivo, questa norma è stata esclusa, ma altre novità sono arrivate su salvaguardie e pensionati.

Intanto, cominciamo dagli esodati: la legge di stabilità 2014 prevede la tutela di altri 6mila ex lavoratori che si sono trovati esclusi dai trattamenti pensionistici. La copertura verrà assicurata da un prelievo sui redditi previdenziali che passano i 100mila euro annui.

Quindi, interessanti modifiche anche alla normativa sulle pensioni. Come annunciato dal ministro Giovannini, non è stata varata nessuna controriforma Fornero, dunque l’impianto di requisiti resta invariato, ma vengono introdotti alcuni correttivi con l’obiettivo di ridurre il divario tra assegni minimi e pensioni elevate

In primis, infatti, viene stabilito il blocco della rivalutazione automatica dei trattamenti oltre i 3mila euro mensili, per tutti i 36 mesi a cui la legge di stabilità si riferisce – dunque entro fine 2016 – mentre per tutte le altre viene attivata una riduzione commisurata all’entità dell’importo. In seguito, arriva il nuovo ticket sulle pensioni al di sopra dei 100mila euro, che prevede un pagamento del 5% per la quota al di sopra dei 150mila, il 10% per quella oltre i 200mila e il 15% per le cifre ancora superiori.

Infine, altre modifiche che riguardano il settore pensionistico, sono l’indennità di accompagnamento a chi ha più di 65 anni: sarà sufficiente avere un reddito Irpef inferiore a 65mila euro, o 80mila se sposato. Da ultimo, al posto dei versamenti annui del 12% sui consumi intermedi riferiti al 2010, gli enti privati pensionistici potranno evitare le maglie della spending review.

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