Era stata questa una delle tante novità dello scorso pacchetto fiscale collegato alla manovra 2019: una cedolare secca estesa anche ai locali commerciali e capannoni, che Invece di essere tassati con l’aliquota ordinaria, erano stati sottoposti a un’imposta sostitutiva agevolata del 21%. In questo modo anche per gli affitti commerciali si era potuto beneficiare di una tassazione unica: al 21 al 10% per gli affitti degli immobili a canone concordato.
Cedolare secca negozi 2019 addio? La mancata proroga in Legge di bilancio 2020, news
Come anticipato a inizio articolo, nel 2020 potremmo davvero dire addio al regime di cedolare secca per gli affitti dei negozi e locali commerciali introdotto con la Legge di bilancio 2019. Questo perché l’ultima bozza del Decreto fiscale non contiene un articolo con la proroga della misura introdotta in via sperimentale lo scorso anno.
Il problema nasce dal fatto che la cedolare secca negozi ha visto la luce con la scorsa Manovra a comprende SOLO i contratti di affitto di locali commerciali e capannoni stipulati tra il tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019.
Inoltre l’Agenzia delle entrate ha chiarito, con la risposta all’interpello 2917/2019, che la cedolare vale anche per i contratti per i quali nel 2019 si verifica la proroga.
Tutto qui. Di conseguenza, non essendo stata introdotta in maniera strutturale e per sempre, che ne sarà dei contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2020? Per questa tipologia di locazioni la cedolare secca negozi non sarà più valida, a meno che il Governo non intervenga in extremis con l’aggiunta in Manovra dell’attesa proroga.
Come funziona la cedolare secca per negozi e capannoni
La cedolare secca sugli affitti commerciali, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 e in vigore per i contratti stipulati tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019, prevede specifici requisiti per potervi accedere.
Innanzitutto si tratta sempre di un regime facoltativo, di una semplice opzione, quindi può anche non essere scelta dal locatore. Se però si vuole accedere occorre tenere presente questi requisiti:
- è necessario che il negozio o la bottega concessa in locazione sia di categoria catastale C1,
- non superi i 600 mq di superficie,
- non esista al 15 ottobre 2018 un contratto già stipulato tra le parti ed interrotto in anticipo rispetto alla scadenza naturale,
- vale invece per la proroga e rinnovodi un contratto già in essere al 15 ottobre 2018, giunto però ormai a scadenza naturale.
Consulta lo speciale Legge di Bilancio
Cedolare secca immobili privati: cos’è
La cedolare secca è un sistema di tassazione alternativo al regime ordinario regolato dall’articolo 3 del D.Lgs n. 23 del 14 marzo 2011. Si può definire tassazione agevolata, perché prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef sul contratto d’affitto:
- a canone concordato con un’aliquota al 10 per cento,
- con aliquota al 21 per cento sul contratto d’affitto a canone libero.
Chi sceglie di mettere in affitto un immobile optando per questo regime inoltre viene esentato da due obblighi alquanto fastidiosi che solitamente sono richiesti quando si registra un contratto di locazione ordinario:
- il pagamento dell’imposta di registro,
- il pagamento dell’imposta di bollo
Le aliquote della cedolare secca
L’aliquota applicata al regime di cedolare secca per gli affitti è del 21 per cento. Questa aliquota sostituisce la normale Irpef nei contratti di affitto a canone libero, stipulati optando per questa tipologia di regime agevolata.
C’è un’altra aliquota però che deve essere presa in considerazione: quella del 10 per cento, che viene applicata nel caso di contratti d’affitto a canone concordato.
La legge di Bilancio 2018 aveva infatti a suo tempo prorogato sia per il 2018 e sia per il 2019 l’aliquota ridotta al 10% per i contratti a canone concordato.
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