Si tratta, secondo le parole del premier Paolo Gentiloni, di una “manovra snella” che centra l’obiettivo di evitare aumenti dell’Iva e l’introduzione di nuove tasse. Importante anche l’incentivo al nuovo lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani e del Mezzogiorno.
Vediamo allora tutte le novità più importanti che saranno introdotte a gennaio con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio.
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Sgravi per le assunzioni dei giovani
Uno dei punti principali della nuova manovra, dunque, sono le misure a favore dell’assunzione dei giovani. Viene inserito a questo proposito nella Legge di Bilancio uno sgravio del 50%, con tetto massimo annuo di 3mila euro, per i primi 3 anni di contratto a tutele crescenti. Per il 2018 l’incentivo riguarderà i contratti proposti a lavoratori sotto i 35 anni, mentre dal 2019 lo sgravio sarà ristretto alle sole assunzioni dei giovani sotto i 29 anni. È molto importante notare come l’incentivo salga al 100% in caso di assunzione di giovani disoccupati al Sud, di studenti in alternanza o apprendisti e di lavoratori “Neet” (ossia non impiegati in studio, lavoro o formazione). Ma non solo: le aziende perdono il diritto agli sgravi se licenziano i lavoratori e se lo hanno fatto nei 6 mesi precedenti.
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Bonus mamme per l’Ape
Buone notizie anche per le lavoratrici madri: l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico che viene concesso in casi di particolare difficoltà economica, sarà riconosciuto con uno sconto di 6 mesi per ogni figlio, con tetto massimo di 24 mesi. E all’Ape sociale, e alla pensione a 63 anni senza somme da restituire, potranno accedere dal 2018 anche i lavoratori a contratto che abbiano totalizzato almeno 18 mesi di lavoro negli ultimi 3 anni. Niente novità, invece, per le norme generali di uscita dal lavoro: l’età di pensionamento si alzerà quindi, come previsto dalle leggi vigenti, a 67 anni a partire dal 2019.
Le agevolazioni per le imprese
Novità e conferme per le aziende e i datori di lavoro. Innanzitutto sono confermati rispetto all’anno scorso superammortamento e iperammortamento, con il primo che sarà esteso anche agli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2019 ma vedrà scendere l’aliquota dal 140% al 130%. L’iperammortamento, invece, prevede un’aliquota al 250% per il 2018 con coda per le consegne nel 2019.
Previsto anche un credito d’imposta del 50%, fino a un importo annuo massimo di 1 milione di euro, per le attività di formazione dei dipendenti che sono state decise attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali. Il credito è relativo alle spese sostenute a decorrere dal 2018 e fino al 31 dicembre 2020.
Importante, infine, anche l’attivazione di un nuovo percorso di ricollocazione per i dipendenti in cassa integrazione. Non si conoscono ancora con certezza i dettagli di tale misura, ma è probabile uno sgravio contributivo del 50% per le aziende che assumono lavoratori in Cigs.
Il rinnovo dei contratti degli statali
Molto attesa da mesi la parola definitiva del Governo sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. La Legge di Bilancio dovrebbe riservare circa 2 miliardi alla misura, che si andrebbero a sommare agli 1,2 miliardi già messi da parte dal 2016. Ai dipendenti della pubblica amministrazione centrale dovrebbero quindi finalmente essere concessi nuovi contratti con un aumento medio in busta paga di 85 euro. Anche su questo delicatissimo punto il dibattito sui dettagli è ancora in corso, ma il rinnovo dovrebbe coinvolgere le Regioni, gli enti locali e l’intero settore della sanità pubblica. Il Governo promette, peraltro, che l’aumento di stipendio non andrà a incidere sul bonus Renzi di 80 euro.
Il nuovo Reddito di inclusione
Estremamente importante anche il varo del nuovo Reddito di inclusione (Rei), la nuova misura unica di lotta alla povertà e di sostegno alle famiglie in condizioni economiche più precarie. La misura dell’assegna potrà variare molto a seconda della composizione del nucleo familiare, ma in generale si andrà da un minimo di 190 euro al mese per i single a un massimo di circa 490 euro. Per richiedere il nuovo Reddito sarà necessario avere un indice Isee non superiore a 6mila euro, un valore Isre non eccedente i 3mila euro e un patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Il Rei, è bene ricordare, sarà comunque concesso a partire da gennaio solo a determinate categorie di cittadini, ossia alle famiglie con figli minorenni, donne incinte, componenti disabili o disoccupati ultra 55enni.
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