Legge 104: come e quando utilizzare i permessi. Le novità

Redazione 09/11/16
Soltanto quando tutte le ore di congedo da lavoro vengono utilizzate per assistere il parente disabile si possono utilizzare i permessi settimanali concessi dalla Legge 104.

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Al riguardo, la legge non è del tutto specifica e in alcuni casi non è necessario essere materialmente a fianco del disabile durante il congedo. Tuttavia deve esserci un collegamento diretto tra i bisogni del disabile e le attività che vengono svolte nelle ore di permesso; contrariamente si rischia il licenziamento.

Permessi Legge 104: quando sono concessi?

In base alla Legge 104 del 5 febbraio 1992 si stabilisce che “il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità” con grado di parentela fino al secondo grado “ha diritto a fruire di 3 giorni di permesso mensile retribuito, anche in maniera continuativa“.

Pertanto, i 3 giorni di permesso, teoricamente, sono possibili solo quando il periodo di congedo viene utilizzato per l’assistenza al familiare disabile; sono invece esclusi gli interessi personali.

LA PROTEZIONE PATRIMONIALE DEI SOGGETTI DISABILI

Con il decreto attuativo interministeriale, firmato il 23 novembre 2016, è divenuta operativa la Legge 22 giugno 2016, n. 112 – nota come legge sul “Dopo di noi” –  volta a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia dei soggetti con disabilità grave.Il manuale si sofferma sugli strumenti con cui il legislatore ha inteso agevolare le erogazioni a favore di persone con disabilità grave, da parte di soggetti privati, attraverso la costituzione di trust, di vincoli di destinazione e di fondi speciali, proponendo alcune formule personalizzabili, attraverso cui procedere alla relativa istituzione. Grande valenza assumono le disposizioni tributarie, con le quali il legislatore ha voluto garantire il riconoscimento dell’esenzione fiscaleai trasferimenti di beni e diritti, aventi siffatte finalità.Con riferimento a un caso realistico, viene poi esaminato il trust c.d. “autodichiarato”, oggetto di recente interpello, proposto dagli Autori e accolto dall’Agenzia delle entrate.Ragioni di ordine sistematico hanno, infine, suggerito di avviare un confronto con le ONLUS, sia per individuare i limiti propri dei negozi realizzati su base individuale, sia per enfatizzare la centralità assunta dall’aspetto assistenziale: l’intento di declinare dette esigenze ha portato a proporre l’istituzione di un “trust collettivo”, dedicato, in un’ottica mutualistica, a più persone affette da disabilità grave.Oltre al commento della norma e all’individuazione degli strumenti giuridici di tutela, il volume fornisce un utilissimo supporto redazionale per la stesura degli atti esaminati nel testo, grazie al formulario personalizzabile, presente nell’apposita sezione on line.» Giammatteo Rizzonelli, Notaio, specializzato nella materia dei patti di famiglia e del trust.» Piero Bertolaso Brisotto, Dottore Commercialista.

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Congedo: le attività ammesse

Non si tratta esclusivamente delle azioni compiute a casa, materialmente a fianco del parente disabile, ma ci si riferisce a prestazioni di natura assistenziale, quindi anche quelle che soddisfano gli interessi della persona portatrice di handicap, inclusa la spesa di generi alimentari o di medicine per suo conto.

Durante le ore di congedo, quindi, ci si può allontanare dal luogo dove il parente disabile risiede, se l’allontanamento serve comunque ad assistere la persona che si accudisce.

Le attività non ammesse

Deve quindi sussistere una congiunzione chiara tra l’attività svolta e l’assistenza al disabile. Anche se è difficile tracciare una linea precisa tra cosa si può fare e cosa no durante le ore di permesso concesse dalla Legge 104, la giurisprudenza al riguardo ha adottato il principio di ragionevolezza.

Ad esempio, sarebbe concessa la spesa per il fabbisogno personale del lavoratore quando questa sia compiuta allo stesso momento dell’acquisto di beni per la persona disabile.

A livello generale si consiglia comunque di non compiere durante le ore di permesso attività che non siano direttamente collegate all’assistenza al disabile perché si rischia il licenziamento per giusta causa.

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Permessi Legge 104: quando si rischia il licenziamento dal lavoro?

Di recente, nella sentenza n. 17968 del 13 settembre la Corte di Cassazione ha ribadito che è legittimo licenziare il lavoratore che, abusando della Legge 104, utilizza le ore di permesso per motivi personali.

Con la sentenza citata, infatti, è stato respinto il ricorso di una dipendente del Comune licenziata per aver usato il permesso allo scopo di frequentare delle lezioni universitarie. Nella sentenza si specifica che in materia di congedo per Legge 104 deve assolutamente esistere un preciso “nesso causale tra assenza dal lavoro ed assistenza al disabile”.

Redazione

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