Lavoro Straordinario dipendenti pubblici: regole, importo, calcolo, contributi, tasse e limiti

Come noto, il datore di lavoro, laddove ricorrono esigenze produttive o organizzative intrinseche alla gestione aziendale, può ricorrere a due istituti particolari per richiedere al lavoratore un aumento delle ore lavorative contrattualmente stabilite. Tale situazione può intervenire sia che il lavoratore sia stato inquadrato con un contratto di lavoro a tempo parziale sia qualora lo stesso sia titolare di un lavoro a tempo pieno. Stiamo parlando, in particolare, del lavoro supplementare e del lavoro straordinario.

Seppure entrambi gli istituti contrattuali hanno lo scopo di variare in aumento la durata della prestazione lavorativa, essi intervengono e si applicano in casi totalmente differenti.

Infatti, il lavoro supplementare rappresenta la differenza delle ore prestate tra quelle contrattualmente pattuite e le ore contenute nel CCNL di riferimento. Quindi, ad esempio, se il CCNL applicato dall’azienda prevede 40 ore settimanali e in realtà le parti pattuiscono un part-time a 30 ore settimanali, il datore di lavoro può richiedere al massimo 10 ore di lavoro supplementare.

Diversamente, il lavoro straordinario interviene quando il datore di lavoro richiede ore lavorative che eccedono le 40 settimanali. Chiaramente il lavoro straordinario può intervenire sia in caso di lavoro part-time che full-time. Il lavoro supplementare, invece, si applica solamente ai lavoratori a tempo parziale.

L’applicazione del lavoro straordinario, però, richiede un’attenzione particolare in quanto non possono essere richiesti straordinari oltre certi limiti. Ciò in relazione al fatto che il datore di lavoro deve rispettare il recupero psico-fisico del lavoratore. Inoltre, occorre retribuire le ore aggiuntive con un importo maggiorato rispetto al normale orario di lavoro.

Da notare anche che il lavoro straordinario differisce in alcuni aspetti se si parla di lavoratore dipendente e lavoratore pubblico. Nelle seguenti righe, quindi, vediamo nel dettaglio quali sono le regole, gli importi e le modalità di calcolo del lavoro straordinario per dipendenti pubblici, tenendo conto anche di contributi INPS, tasse e limiti di utilizzo.

Lavoro Straordinario settore privato: come funziona

Lavoro Straordinario dipendenti pubblici: le regole

L’art. 38 del CCNL 14 settembre 2000 stabilisce che il lavoro straordinario deve essere effettuato per fronteggiare situazioni di lavoro eccezionali, non potendo essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del tempo di lavoro e di copertura dell’orario di lavoro.

La prestazione di lavoro straordinario deve inoltre essere espressamente autorizzata dal dirigente, sulla base delle esigenze organizzative e di servizio individuate dall’ente, rimanendo esclusa ogni forma generalizzata di autorizzazione. Infatti, l’erogazione del compenso per il lavoro straordinario presuppone, in via generale, una concreta verifica della sussistenza di ragioni di pubblico interesse, così da giustificare tale forma di prestazione eccedente il normale orario di servizio, anche nel rispetto dei limiti di spesa imposti alla P.A.

Inoltre, per esigenze eccezionali, debitamente motivate in relazione all’attività di diretta assistenza agli organi istituzionali riguardanti un numero di dipendenti non superiore al 2% dell’organico, il limite massimo individuale ammissibile può essere elevato, fermo restando il limite delle risorse previste per il finanziamento di tale onere.

Lavoro Straordinario dipendenti pubblici: i limiti

La contrattazione collettiva richiamata è intervenuta in materia fissando a 36 ore settimanali l’orario ordinario di lavoro, con un orario giornaliero massimo di 10 ore. L’orario si articola normalmente su 5 giorni, fatte salve le esigenze di servizi da erogarsi con continuità e che richiedono, quindi, orari continuativi o prestazioni per tutti i giorni della settimana. Dopo 6 ore continuative, invece, deve essere prevista una pausa non inferiore a 30 minuti.

Per il lavoratore è possibile, entro certi limiti, redistribuire tali ore totali in modi diversi a seconda delle esigenze personali ed a seconda dei giorni effettivi lavorati a settimana. In particolare, per il lavoratore appartenente al settore pubblico è possibile attuare i seguenti tipi di orario lavorativo:

  • orario articolato su cinque giorni: si attua con la prosecuzione della prestazione lavorativa nelle ore pomeridiane; le prestazioni pomeridiane possono avere durata e collocazione diversificata fino al completamento dell’orario d’obbligo;
  • orario articolato su sei giorni: si svolge di norma per sei ore continuative antimeridiane;
  • orario flessibile: si realizza con la previsione di fasce temporali entro le quali sono consentiti l’inizio ed il termine della prestazione lavorativa giornaliera;
  • turnazioni: da attivare ai sensi dell’art. 12 del D.P.R. 266/1987, nel caso di attività i cui risultati non siano conseguibili mediante l’adozione di altre tipologie di orario;
  • orario plurisettimanale: consiste nel ricorso alla programmazione di calendari di lavoro plurisettimanali e annuali con orari superiori o inferiori alle trentasei ore settimanali nel rispetto del monte ore.

Lavoro Straordinario dipendenti pubblici: importo

La misura oraria dei compensi per lavoro straordinario è determinata maggiorando la misura oraria di lavoro ordinario calcolata convenzionalmente dividendo per 156 la retribuzione incrementata del rateo della 13esima mensilità.

La maggiorazione è pari:

  • al 15% per il lavoro straordinario diurno;
  • al 30% per il lavoro straordinario prestato nei giorni festivi o in orario notturno (dalle ore 22 alle ore 6 del giorno successivo);
  • al 50% per il lavoro straordinario prestato in orario notturno-festivo.

La prestazione individuale di lavoro a qualunque titolo resa non può, in ogni caso, superare, di norma, un arco massimo giornaliero di 10 ore.

Da specificare, inoltre, che su richiesta del dipendente le prestazioni di lavoro straordinario debitamente autorizzate possono dare luogo a riposo compensativo, da fruire compatibilmente con le esigenze organizzative e di servizio.

Lavoro Straordinario dipendenti pubblici: contributi e tasse

Altro fattore importante da capire è se gli importi corrisposti a titolo di lavoro straordinario rientrano nell’imponibile previdenziale, ossia se il datore di lavoro e il lavoratore devono corrisponde i relativi contributi all’INPS. La risposta è rinvenibile osservando la definizione di “imponibile previdenziale”, intendendo con tale termine tutto ciò che il dipendente riceve in relazione al rapporto di lavoro, con le dovute eccezioni previste dal TUIR.

Sicuramente rientrano nell’imponibile previdenziale i compensi percepiti a titolo di lavoro straordinario, così come il lavoro supplementare o lavoro festivo

Va da sé, quindi, che il lavoro straordinario rientra anche nell’ambito dell’imponibile fiscale. Pertanto, si tratta di somme sulle quali occorre calcolare le tasse, vale a dire l’IRPEF.

 

Daniele Bonaddio

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