“Devo arrivare al Consiglio Ue con la legge sulla riforma del lavoro approvata dalle Camere, altrimenti l’Italia perde punti. E non è la Germania che è arcigna, è la comunità internazionale che e’ così” aveva dichiarato sabato scorso il premier Mario Monti a Bologna nel corso di una intervista condotta da Ezio Mauro ed Eugenio Scalfari. Il presidente del Consiglio aveva colto l’occasione per precisare di essere convinto di poter contare sulla “collaborazione” della maggioranza politica che sostiene il governo. Proprio in questo senso, questa spinosa questione degli esodati rischia di far saltare il banco, perché è evidente che la discrepanza di 325.000 unità di lavoratori a rischio pensione (e lavoro) tra i 65.000 salvati e i 390.000 totali emersi dagli ultimi dati Inps ha sollevato polemiche e invettive clamorose.
“Per tutti loro – ha sottolineato la Fornero – il problema non è immediato, ma richiede una ricognizione e una individuazione dei criteri e su questo stiamo lavorando. Chiedo di avere pazienza, perché non riusciamo a tutto fare in tempi brevi”. Rispondendo poi alla domanda di un ‘esodato’, il Ministro ha sottolineato di non avere “mai usato il termine ‘esodati’, anche se la stampa me lo attribuisce. Io parlo di salvaguardia di persone rispetto alle quali si concede una deroga alle norme più severe della nuova legge”.
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