In quest’ultimo caso, infatti, i soggetti addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti hanno diritto a accedere alla pensione a condizioni agevolate rispetto alla generalità dei lavoratori. Quindi, chi è inquadrato in una delle attività previste all’interno del D.Lgs. n. 67/2011 ha la facoltà di pensionarsi in deroga agli ordinari requisiti previsti dalla pensione di vecchiaia o anticipata.
Per tali lavoratori vige il meccanismo delle “quote”, che varia in base al lavoro svolto. Per avvalersi dell’agevolazione è necessario che l’interessato certifichi il diritto mediante domanda preliminare all’INPS, entro determinati termini.
Quindi, chi matura i requisiti anagrafici e contributivi il prossimo anno – ossia dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 – deve inviare la domanda preliminare all’INPS entro il 1° maggio 2021.
Ma andiamo in ordine e vediamo quali sono le prospettive di pensionamento nel 2021 per i lavori usuranti.
Lavori usuranti: come funziona il prepensionamento
L’art. 1 del D.Lgs. n. 67/2011 prevede la possibilità per i lavoratori addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, di poter esercitare – a domanda – il diritto per l’accesso al trattamento pensionistico anticipato, quindi in deroga agli ordinari requisiti previsti per la pensione anticipata e di vecchiaia, con il cd. “meccanismo delle quote”.
Per poter esercitare tale opzione, l’art. 2 del menzionato decreto legislativo stabilisce l’obbligo in capo al richiedente di presentare apposita domanda “preventiva” all’INPS, al fine di certificare il possesso dei requisiti di legge.
Da notare che la scadenza riguarda esclusivamente la richiesta di riconoscimento del beneficio per l’anticipo della pensione, in quanto la domanda di pensionamento vera e propria va fatta successivamente (nell’anno di maturazione dei requisiti).
Lavori usuranti: prospettive e novità 2021
“Io spero che tra le varie riforme, avremo il coraggio di metterci intorno a un tavolo e fare la lista dei lavori usuranti“. Queste le parole pronunciate dal premier Giuseppe Conte in occasione del Festival dell’economia di Trento. “Boeri è professore universitario e arriverà lavorando a 70 anni, ma chi lavora in altoforno, in acciaierie, a loro non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo differenziare”, ha ribadito.
Da queste parole possiamo prevedere che il Governo metterà mano a quella che attualmente è una lista di attività usuranti, che consentono attualmente di anticipare la pensione.
E’ il decreto 67 del 2011, all’articolo 1, a stabilire quali siano queste attività (oltre all’articolo 2 del decreto 19 maggio 1999). Provvedimenti che, nelle parole di Conte, potrebbero essere rivisti sotto due profili:
- in chiave allargata, quindi aumentare la lista delle attività lavorative usuranti,
- in chiave pensionistica, quindi consentendo a chi rientra nell’attuale elenco delle attività usuranti meccanismi ancora più agevolati di pensionamento.
Stiamo parlando di attività lavorative fonte di stress e di infortuni, a causa dell’impegno fisico gravoso che richiedono:
- lavori in galleria, cava o miniera;
- lavori ad alte temperature;
- lavori in cassoni ad aria compressa;
- lavori svolti dai palombari;
- lavorazione del vetro cavo;
- lavori di asportazione dell’amianto;
- lavori eseguiti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti;
- lavori a catena o in serie;
- lavori di conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con una capienza superiore a nove posti.
Le indiscrenzioni sul cantiere Riforma pensioni 2021, non ancora confermate dal governo, puntano su due tipologie di anticipo pensionistico a riguardo.
- probabile uscita da lavoro a 62 anni (o 63) per chi svolge lavori particolarmente usuranti e gravosi,
- uscita da lavoro a 64 anni e 37-38 di contributi a tutti gli altri lavoratori e lavoratrici.
Qualunque decisione venga presa per riformare il sistema previdenziale, il nodo su cui si litigherà e discuterà nei prossimi mesi sarà certamente questo: non tutti i lavori sono uguali e usurano fisicamente in egual maniera. L’età pensionabile non può essere la stessa per tutti.
Un minatore o un altofornista non possono avere la stessa età minima pensionabile di un/a docente o di un segretario/a di studio medico. Per quanto tutti i lavori prima o poi usurino le persone, non lo fanno in egual maniera fisica.
In attesa di capirne di più, vediamo di seguito le condizioni attuali di prepensionamento per lavoratori che esercitano lavori usuranti.
Lavori usuranti: condizioni e requisiti
Il diritto al prepensionamento è esercitabile dai lavoratori che abbiano svolto una o più delle attività lavorative di cui all’art. 1 del predetto decreto legislativo, secondo le modalità ivi previste, per un periodo di tempo pari:
- ad almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa;
- ad almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
Lavori usuranti: il sistema delle Quote
In via generale, per l’anno 2021, il prepensionamento permette ai lavoratori in esame di poter andare in pensione con il “sistema delle quote”, alle seguenti condizioni:
- anzianità contributiva: 35 anni;
- età anagrafica: 61 anni e 7 mesi.
Per i lavoratori autonomi, invece, è richiesto un anno di età anagrafica in più.
Lavori usuranti: i requisiti per i lavoratori a turni
Differenti sono i requisiti previsti per la categoria dei lavoratori a turni. In particolare:
- per gli occupati per un numero di giorni lavorativi pari o superiore a 78 giorni all’anno, valgono le stesse regole viste finora;
- per gli occupati per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno, bisogna raggiungere quota 99,6 (35 anni di contributi + 63 anni e 7 mesi). Un anno di età anagrafica in più è richiesto per gli autonomi;
- per gli occupati per un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno, bisogna raggiungere quota 98,6 (35 anni di contributi + 62 anni e 7 mesi). Un anno di età anagrafica in più è richiesto per gli autonomi.
Lavori usuranti: invio della domanda
Spirata la prima finestra temporale dell’1 maggio 2021 gli interessati possono comunque inviare il modello “AP45” all’INPS. Tuttavia, in questo caso, il trattamento pensionistico verrà differito:
- di 1 mese, per un ritardo della presentazione massimo di un mese;
- di 2 mesi, per un ritardo della presentazione superiore a un mese e inferiore a 3 mesi;
- di 3 mesi, per un ritardo della presentazione pari o superiore a 3 mesi.
A tal fine, è necessario che l’istanza sia corredata da copia o estratti della documentazione necessaria, nonché degli elementi di prova in data certa da cui emerga la sussistenza dei requisiti necessari per l’anticipo del pensionamento.
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