Il Decreto stabilisce che le domande possono essere presentate all’INPS in modalità esclusivamente telematica secondo il modello predisposto dall’Istituto previdenziale e approvato dal Ministero del lavoro. Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio come presentare la domanda di pensionamento per lavori gravosi.
Lavori gravosi: chi può presentare la domanda di prepensionamento?
Il Decreto 18 aprile 2018 stabilisce che possono presentare la domanda di pensione con i benefici previsti per i lavori gravosi, i lavoratori che si trovino nelle seguenti condizioni:
- lavoratori dipendenti con almeno 30 di anzianità contributiva e che svolgono da almeno sette anni nei dieci precedenti il pensionamento le professioni gravose;
- lavoratori in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
Lavori gravosi: chi sono?
Il Decreto 5 febbraio 2018 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 47, del 26 febbraio 2018, ha aggiornato l’elenco delle attività gravose che, a partire dal 1 gennaio 2018, hanno diritto all’accesso all’Ape sociale con 63 anni e 36 anni di contributi oppure, se più favorevole, possono ritirarsi con la pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Il Decreto attua quanto previsto dall’articolo 1, comma 163, della L. n. 205/2017 con cui è stato ampliato da 11 a 15 l’elenco delle attività gravose, aggiungendo gli operai dell’agricoltura, zootecnia e pesca, i pescatori, gli addetti alla siderurgia, i marittimi e il personale viaggiante dei trasporti marini.
Finora l’elenco comprendeva esclusivamente:
- gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- i conduttori di gru e di apparecchi di sollevamento, conduttori di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- i conciatori di pelli e di pellicce;
- i conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- i conduttori di mezzi pesanti e camion;
- le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- gli insegnanti di scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
- i facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
- il personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia di uffici ed esercizi commerciali, nei servizi di alloggio e nelle navi;
- gli operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
A tale elenco si aggiungono ora altre quattro nuove categorie di lavori considerati gravosi, ossia:
- gli operai nell’agricoltura, zootecnica e pesca;
- i pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
- i siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi tra i lavori usuranti di cui al D.Lgs. n. 67/2011;
- i marittimi imbarcanti a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne.
Lavori gravosi: le agevolazioni pensionistiche
Ma quali sono le agevolazioni pensionistiche per chi svolge attività considerate gravose?
Ebbene:
- innanzitutto è possibile godere della pensione anticipata per i lavoratori precoci che spetta a chi ha maturato 41 anni di contributi, anziché 42 anni e 10 mesi, requisito richiesto attualmente per la pensione anticipata ordinaria per i lavoratori, o 41 anni e 10 mesi di contributi per le lavoratrici;
- inoltre, è possibile accedere all’Ape sociale. Si tratta di un assegno mensile, a carico dello Stato, che sostiene il lavoratore fino al perfezionamento del requisito d’età per la pensione di vecchiaia, sino a un massimo di 3 anni e 7 mesi. Possono accedere all’Ape sociale, nello specifico, i lavoratori che, al momento della domanda, abbiano già compiuto 63 anni di età e che siano, o siano stati, iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, o alla gestione Separata Inps, purché cessino l’attività lavorativa e non siano già titolari di pensione diretta;
- infine, si ha diritto al blocco dell’età pensionabile laddove i lavoratori hanno raggiunto un minimo di 30 anni di contributi, non risultano titolari, al momento del pensionamento, dell’Ape sociale e hanno svolto una delle attività gravose per almeno 7 anni negli ultimi 10 prima del pensionamento. In altrimenti, il beneficio consiste nella possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi invece che 67 anni, sino al 31 dicembre 2020.
Lavori gravosi: modalità di presentazione delle domande
Le domande possono essere presentate esclusivamente in modalità telematica tramite il sito dell’INPS, con il modello predisposto dall’istituto previdenziale stesso e approvato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La domanda deve essere corredata dalla dichiarazione del datore di lavoro che attesta:
- i periodi di svolgimento delle professioni gravose;
- il contratto collettivo applicato;
- il livello di inquadramento attribuito;
- le mansioni svolte;
- il codice professionale ISTAT ove previsto.
Il diritto al beneficio sarà comprovato attraverso la verifica, anche d’ufficio, delle comunicazioni obbligatorie di lavoro ai sensi dell’art. 1, co. 1180, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. In mancanza della comunicazione obbligatoria il diritto potrà essere provato anche per mezzo di un’autocertificazione del datore di lavoro.
Qualora manchi anche l’autocertificazione del datore di lavoro per impossibilità oggettiva del datore stesso di renderla, il lavoratore potrà allegare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà ai sensi dell’art. 47 del Dpr dicembre 2000, n. 445 e spetterà all’INL compiere le necessarie verifiche ispettive.
Lavori gravosi: verifica delle condizioni di accesso al beneficio
Al fine dell’accoglimento della domanda di pensione per lavori gravosi, la sussistenza dei requisiti è accertata direttamente dall’INPS mediante verifica della conformità delle dichiarazioni del lavoratore e del datore di lavoro, con i dati disponibili nei suoi archivi o attraverso lo scambio dei dati con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della sussistenza dell’eventuale oggettiva impossibilità, per cessazione dell’attività, da parte del datore di lavoro di rendere la domanda di pensionamento.
Accertata l’oggettiva impossibilità del datore di lavoro di rendere la predetta domanda di pensionamento, l’INPS trasmette gli atti all’INL che compie le necessarie verifiche ispettive delle dichiarazioni rese dal richiedente. Nelle more delle verifiche ispettive, l’INPS provvede a istruire la domanda e può provvedere sulla stessa se, decorso il termine di 30 giorni dalla trasmissione degli atti, l’INL non abbia comunicato gli esiti delle proprie verifiche.
Consulta il nostro Speciale su Pensione anticipata
Sull’argomento inoltre segnaliamo:
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento