Per gli ammortizzatori sociali si potrebbe allungare il periodo di transizione, portando piu’ in avanti la data di avvio e l’entrata a regime del nuovo sistema, rispetto al 2013-2015 indicato nella proposta di riforma del lavoro. Si valuterebbe l’entrata a regime nel 2017, come inizialmente ipotizzato.
L’articolo 18 resta l’ultimo argomento, con l’intenzione del Governo di limitarlo ai casi di discriminazione, alla giusta causa e al giustificato motivo soggettivo limitando quindi la possibilita’ di reintegro nel caso di giustificato motivo oggettivo (i cosiddetti motivi economici). Il giudice in questo caso potrebbe decidere tra il reintegro e l’equo indennizzo. Sugli ammortizzatori, a fronte della cancellazione a regime della mobilita’ potrebbe arrivare un fondo di solidarieta’ che erogherebbe un sussidio per i lavoratori che raggiungerebbero la pensione entro i quattro anni dal licenziamento.
Nella bozza del Governo di proposta di riforma salterebbe quindi il contributo dello 0,30% della retribuzione per la mobilita’ a carico delle aziende che pero’ si troverebbero a pagare un ”contributo di licenziamento”: mezza mensilita’ ogni anno per gli ultimi tre anni. Per quanto riguarda il tavolo sul pubblico impiego, invece, il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha incassato il ”giudizio positivo” dei sindacati e l’approvazione di Regioni, Province e Comuni, riunite di nuovo allo Stato in una trattativa comune.
Si riparte mercoledì prossimo, mentre a meta’ aprile ci sara’ una nuova riunione generale, per arrivare, forse, a chiudere entro il 30 aprile. I tavoli saranno dedicati ai temi della contrattazione, della riorganizzazione della pubblica amministrazione e ai problemi dell’ingresso al lavoro, della mobilita’ e della dirigenza. ”Il ministro ha detto che bisogna affrontare il precariato considerando anche il lavoro del tavolo con il ministro Fornero – ha detto il segretario confederale Cisl, Gianni Baratta – per noi e’ un problema importante, complicato dalle leggi che limitano l’accesso al lavoro pubblico”.
Il precariato e’ ”un’emergenza da affrontare immediatamente” anche per il rappresentante dell’Anci e sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. ”Troppi sono gli addetti a tempo determinato nella pubblica amministrazione, se dovessimo mandarli via non potremmo piu’ offrire servizi ai cittadini”, ha dichiarato.
Giuseppe Manfredi
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