Secondo l’Antitrust la delibera, adottata dal Consiglio a fine gennaio, immediatamente dopo il varo del decreto CresciItalia che aveva confermato l’abrogazione delle tariffe degli Ordini professionali, interviene sulla possibilità per i notai del distretto di Milano di determinare liberamente le tariffe applicabili alle proprie prestazioni e mira, nella sostanza, a vanificare l’intervento normativo liberalizzatore, ponendosi come tentativo di aggirarne le disposizioni.
La delibera oggetto dell’istruttoria stabilisce un legame tra l’attribuzione al Consiglio distrettuale della vigilanza sugli illeciti disciplinari e l’osservanza dell’obbligo di adeguatezza del compenso, da valutare sulla base di parametri che, nella sostanza, reintroducono la tariffa notarile abrogata. All’invito a rispettare le tariffe, si aggiunge inoltre la manifestazione da parte del Consiglio dell’intenzione di attivare i propri poteri per individuare comportamenti che, in relazione alla quantità di lavoro svolto e ai relativi ricavi, si discostano significativamente da quelli “medi”. Ciò corrisponde, in sostanza, ad un disegno volto ad introdurre una vera e propria attività di verifica (“rilevazione dati”) nei confronti dei professionisti sospettati di applicare tariffe troppo basse.
Secondo l’Antitrust le deliberazioni di associazioni di professionisti mediante la quali vengono fissate le tariffe sono, per loro stessa natura, restrittive della concorrenza: la fissazione orizzontale dei prezzi di fornitura di prestazioni professionali è un’infrazione alla normativa antitrust particolarmente rilevante, poiché mira ad eliminare la competizione su uno degli elementi più qualificanti dell’attività economica dei professionisti, cioè il prezzo.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento