da: Red Magazine
Lo confesso, nel 2013 ho ceduto alle lusinghe della Ypsilon, nella versione Elefantino. Un amore scoccato dopo aver circolato con due Yaris nell’arco di un decennio. La piccola torinese che possiedo, per intenderci, è quella con l’allestimento che, dentro e fuori, gioca sulla combinazione cromatica nero/fucsia, i neologismi Mylan, Berlyn e Parys impressi sul cruscotto e il pachidermino rosa che, come una spilla, impreziosisce il baule.
Quando il direttore mi ha consegnato le chiavi di “un’altra” Ypsilon ero molto curiosa di scoprire gli sviluppi, in termini di design, allestimenti e prestazioni, di una delle urban car da sempre tra le più apprezzate dal pubblico femminile. Dal 1985, infatti, 2,7 milioni di donne l’hanno sfoggiata come un elegante must have e nel 2015 figura al 2° posto tra le berline più vendute con circa 52 mila esemplari.
Due i colori inediti, tra i dodici disponibili, completano la nuova veste di Ypsilon: l’Avorio Chic e il Blu di Blu.
Al parcheggio la fiuto con il telecomando. La vettura che mi ammicca non è molto diversa dalla Elefantino che possiedo. “Ecochic”, si legge sulla carrozzeria. Alla prima occhiata noto il look leggermente rinfrescato nel frontale (una presa d’aria nel paraurti con un nuovo profilo cromato), ma sempre inconfondibile e raffinato. È una 5 porte, come la mia. Soluzione ottimale se la famiglia è numerosa, se c’è un viavai di seggiolini e passeggini e se arriva il parentado da andare a prelevare alla stazione per il compleanno del nonno…
La posizione di guida è confortevole, la conosco bene, comodo anche il bracciolo nel pannello porta. La prima novità che colgo riguarda il fronte “sicurezza a bordo”. In aggiunta a un segnale sonoro, un display ci ricorda di allacciare le cinture, anche quelle sui sedili posteriori. Se non fosse abbastanza, viene indicato quale passeggero deve ancora eseguire l’operazione. Utile dispositivo per chi ha bambini che frequentano l’abitacolo e non vuole ruotare la testa come un uccello notturno o controllare dal retrovisore.
A colpirmi, però, è la plancia. Ospita una bella diavoleria che, ahimè, non equipaggia la mia Elefantino. Si chiama Uconnect ed è disponibile di serie a partire proprio da questa versione, la Ecochic. Si tratta di una piattaforma di infotaiment integrata, una combinazione di touch screen, comandi al volante e vocali, che fanno risparmiare tempo e facilitano la vita a bordo, con una speciale interfaccia anti-distrazioni durante la guida. Tramite questo sistema si può accedere alle applicazioni Uconnect LIVE, che consentono di connettersi al proprio mondo digitale attraverso la radio della vettura. Occorre solo prendersi un po’ di tempo per apprendere le funzioni disponibili e le soddisfazioni non si faranno attendere.
Ho attivato con facilità “eco: Drive”, un software green che tiene sotto controllo 4 parametri (Accelerazione, Decelerazione, Cambio marcia, Variazione della velocità) e fornisce indicazioni per ridurre i consumi di carburante e le emissioni inquinanti. Si presenta sotto forma di albero ricco di foglie verdi: se il nostro stile di guida non è corretto l’arbusto comincia a perdere le foglie. Grazie all’app Uconnect LIVE questi valori vengono memorizzati a fine viaggio e si potranno poi valutare anche su PC e smartphone. Quando i bambini sono seduti davanti si possono coinvolgere in questo “gioco”.
Prendo dimestichezza anche con il sistema di navigazione integrata TomTom 2.5D con comandi vocali, per ottenere informazioni in tempo reale su traffico, meteo, dislocazione degli autovelox fissi e mobili. Ottimo.
Continuo a curiosare. L’abitabilità nella parte posteriore è ampia, in tre si sta comodi. Nel reparto accessori, sono confermate le alette parasole entrambe con utili specchietti. Sulla Ecochic sono stati aggiunti vani portaoggetti (risicati invece sulla mia vettura): nel tunnel centrale ora si possono alloggiare due bottigliette d’acqua, per soddisfare la sete di un altro ospite a bordo. Della serie “gli indispensabili” per il pubblico femminile, ci sono anche le tasche applicate dietro i sedili anteriori, per infilare riviste, giochi per i piccoli passeggeri e rifiuti di dimensioni contenute. Sulla Ypsilon Elefantino non erano di serie: la mia creativa mamma, però, vi ha posto rimedio realizzandole in stoffa. Mi soffermo infine sugli interni: per questo modello sono in nero/avorio e messi a punto in tessuto/velluto. Senz’altro raffinati ma per chi è fissata con la pulizia anche in auto forse sono un po’ delicati (pelucchi di sciarpe, maglioni… da queste parti hanno vita facile).
Sono pronta a partire. Riconosco anche nella versione Ecochic la facilità di guida, le doti di ripresa ed efficienza. Lo sterzo è leggero, merito anche della modalità City, che può essere inserita a piacere e che favorisce una guida rilassata anche ad andature medio-veloci. L’ho utilizzata in città e per brevi spostamenti extraurbani, ma sono sicura che, come la Elefantino, regga molto bene anche sulle lunghe distanze e alle alte velocità, senza affaticare chi la guida. La Ecochic in prova, una 1.2 da 69 cv, vanta la doppia versione benzina e Gpl, quest’ultima offre la possibilità di circolare liberamente in centro città a Milano fino alla fine dell’anno; dal 1° gennaio 2017, invece, l’accesso sarà a pagamento.
Arrivata a casa, un ospite ha voluto testare la capienza del bagagliaio. Giudicate voi…
di: Romanella Rivaroli
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