Una riforma su cui, ha detto il sindaco Matteo Renzi dal palco di un convegno di Confindustria a Firenze, “c’è il consenso dei principali partiti”. “Non basta più accarezzare i problemi, occorre risolverli” – ha tuonato il segretario Pd – “e la situazione del Parlamento permette una straordinaria occasione, di realizzare riforme chiare”.
E la Direzione del Pd di oggi pomeriggio, ha anticipato Renzi, si concentrerà proprio sulla riforma del Senato, oltre che su quella del Titolo V, che “sarà presentata il giorno in cui la Camera approverà la riforma elettorale” perché il segretario ha bisogno dei voti di Forza Italia se vuole evitare che la riforma venga trascinata a fondo. Un pacchetto – Italicum, nuovo Senato e Titolo V – “prendere o lasciare” ma con una proposta aperta alla discussione.
E se sulla riforma del Senato c’è l’accordo di tutti i partiti dell’arco costituzionale (ipse dixit), non può dirsi lo stesso per le Province, la cui abolizione con il ddl Delrio langue in Senato, ma “il nostro obiettivo – ha detto il segretario del Pd – è che il 25 maggio non si voti per loro”.
E sempre da Firenze il segretario del Pd non risparmia le città metropolitane, “una barzelletta nella discussione politico istituzionale […] Sono vent’anni che sono state costituzionalizzate con il Titolo V, ma sono rimaste un oggetto misterioso. Anzi il ruolo delle città è stato mortificato dalle recenti riforme ed è mancato il passaggio di poteri verso di loro”.
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