Responsabilita’ delle societa’ ed inaudita defenestrazione degli Organismi di Vigilanza

Il nostro attuale legislatore ?

In questi mesi mi sono spremuta sino all’ultima papilla cerebrale per riuscire a trovargli un appellativo quanto più possibile garbato, grazioso ed al contempo realmente descrittivo della sua intima essenza: Abile prestigiatore, Aladino, Peter Pan

Oggi si avvicinano i freddi invernali, la fantasia inizia a scarseggiare e non riesco a pensare a null’altro se non ad Attila, quel virile monarca d’oltralpe a noi tutti conosciuto come “il Flagello di Dio”.

La differenza è che il nostro legislatore – certamente meno attrezzato per aspirare agli antichi e divini obiettivi – è, molto più semplicemente ed oseremmo dire miseramente, il flagello del nostro assetto costituzionale e delle nostre rare leggi buone.

L’ultima tra queste, presa accuratamente di mira dalla germanica ascia, è il D.Lgs. 231 del 2001; uno dei pochi baluardi della legalità inseriti nel nostro Sistema normativo su precisa imposizione della Comunità Europea ed Internazionale.

Come abbiamo avuto modo di ricordare più d’una volta, il Decreto Legislativo 231/2001 è quello con cui – finalmente – si è preso atto della necessità di dovere controllare, ed eventualmente sanzionare in via diretta ed all’interno di un processo penale, la cd. illegalità aziendale.

Pleonastico e tedioso fare mente locale agli sfaceli causati alla collettività da società (precisiamo: da alcuni loro amministratori) come la Tyssen Krupp, la Parmalat, o tante altre sicuramente meno famose ma fuor di ogni dubbio altrettanto pericolose e foriere di danno per tutti, lavoratori, risparmiatori, consumatori, società civile in genere.

Tra gli oneri-obblighi del Decreto Legislativo 231/2001, due sono i principali: da un lato, la predisposizione di un Modello di Organizzazione che dia prova di avere azionato una precisa serie di misure atte a prevedere, prevenire e controllare, determinate condotte criminose in capo all’azienda ed alle persone che lavorano con o per essa; dall’altro, la nomina di un Organismo di Vigilanza – autonomo, indipendente ed estraneo alla società – che garantisca l’effettiva applicazione di tali misure preventive.

Oggi Attila ha deciso che troppi controlli rompono l’armonia dell’agognato rifacimento legislativo; e comunque sono invadenti, fastidiosi e dichiaratamente poco amati dall’ “elettorato societario”.

Ed allora?

Sorpresa! Nel faraonico Decreto Sviluppo, da mandare a Bruxelles per rimediare le figure più o meno barbine raccolte negli ultimi tempi, si è pensato bene di inserire un articolo 114 con cui si modifica il Decreto Legislativo 231/2001 e – guarda caso – ci si sbarazza in un batter d’occhio proprio di quell’impiccione dell’Organismo di Vigilanza.

Questo il testo letterale della geniale modifica: “nelle società di capitali, ove lo statuto o l’atto costitutivo non dispongano diversamente, il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione coordinano il sistema dei controlli della società e svolgono le funzioni dell’organismo di vigilanza di cui al comma 1, lettera b)” (comma 4 bis inserito all’art. 6 del D.Lgs. 231/2001).

In altre parole: fuori dalle balle i controllori…

Plateale presa per i fondelli il contrabbandare questo tipo di scelta con il proposito di ridurre i costi.

Ma i costi di chi?

Dei piccoli imprenditori che già oggi, in base alla 231 varata nel 2001, non sono obbligati a nominare l’Organismo di Vigilanza (comma 4 art. 6 cit.)?

O dei grossi – quelli stile Tyssen Krupp o Parmalat per intenderci – che si permettono un Consiglio di Sorveglianza ed un Comitato di Controllo della Gestione (entrambi interni all’azienda) e che alla fine, grazie alla nuova norma, finirebbero per risparmiare una vera e propria quisquilia per un organo esterno operante una tantum?

E tale presunto ed ipotetico risparmio dei ricchi potrebbe mai giustificare il certo e sicuro sacrificio dei poveri, v. la distruzione di una importantissima funzione di ausilio per la legalità e per l’intera collettività?  Legalità? Legalità, certo! Perché non dimentichiamo che c’è anche la riforma epocale sulla Giustizia…

Profezia? Di questo passo andrà a finire che i nostri Tribunali saranno frequentati solo dagli extracomunitari, che tra l’altro sono anche tristi e forse eccessivamente abbronzati…

Franzina Bilardo

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