La petizione anti Borghezio: fuori dal Parlamento Ue. Come firmare

Redazione 03/05/13
Mario Borghezio sarà anche riuscito nell’intento di far infuriare mezza Europa per l’ennesima occasione, ma stavolta potrebbe pagarla cara. Già, perché dopo le non proprio lusinghiere osservazioni dell’esponente leghista sul neo ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge, è partita una petizione online per spedirlo fuori dal Parlamento europeo una volta per tutte.

“Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga”. Questo è uno dei tutt’altro che benevoli benvenuti del controverso rappresentante della Lega nord a Strasburgo al primo ministro nero della Repubblica italiana. “Nero”, come lei stessa, proprio oggi, ha detto di preferire di essere riconosciuta da parte dei giornalisti.

Sicuramente, più scortese nei suoi confronti è stato Borghezio, che non si è trattenuto arrivando ad affermare che “Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl  che è stato tolto a qualche medico italiano”. Oltretutto, la presenza del ministro per l’Integrazione ella squadra di Enrico Letta avrebbe determinato l’esecutivo neonato come “un governo del  bonga bonga”.

A lanciare la petizione sul web, il direttore di Articolo21 Stefano Corradino, che ha scritto di proprio pugno l’appello a cittadini europei per raggiungere le 75mila firme – ormai a un passo – per partire l’istanza e segnalare il caso alle Autorità europee competenti. Il comportamento di Borghezio, infatti, viene definito “delirante e razzista”, per delle affermazioni che “oltre ad essere  una grave offesa al neo ministro Cecile Kyenge dovrebbero essere  considerate un oltraggio al Parlamento europeo”.

Intanto, come si diceva, il neo ministro, ha ribadito la propria identità: “Sono nera, italo-congolese, appartengo a due paesi e a due culture che sono entrambe dentro di me. Non posso definirmi completamente italiana né completamente congolese, ma è proprio questa l’importanza della diversità”. Dopo questa descrizione della sua provenienza territoriale e culturale, Cécile Kyenge ha parlato anche dell’Italia, affermando che “non è un paese razzista, ha una tradizione di accoglienza e di ospitalità”. 

 

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