Il meccanismo, così come l’essenza stessa dell’iniziativa, è piuttosto chiaro e di immediata comprensione: qualunque cittadino che sia testimone di una cattiva gestione di denaro da parte di un ente pubblico può segnalarlo compilando un semplice modulo online. Due le circostanze imprescindibili: che i fatti riferiti non risalgano a più di cinque anni addietro (termine di prescrizione) e che il cittadino sia in possesso di documenti e prove che andranno allegati alla segnalazione.
Onde evitare che il servizio si trasformi in un ghiotto strumento per curiosi o giustizieri fai-da-te, è stato posto un filtro tra il cittadino e la Corte dei Conti di competenza; le segnalazioni, infatti, sono preliminarmente analizzate e selezionate in modo da far pervenire a chi di dovere solo quelle considerate realmente rilevanti. Inoltre, e non è di poco conto, non è possibile visualizzare le denunce inviate dagli altri cittadini, le quali restano nella sola disposizione degli addetti alla gestione del servizio.
Progetti del genere, ad essere onesti, non sono nuovi. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati molti i canali “popolari” messi a disposizione dei cittadini per far arrivare a destinazione le proprie lamentele, spesso utilizzando il clamore e la pubblica accusa quale strumento di forza. Basti pensare alle segnalazioni di evasioni o tentativi di evasione fiscale. Ma, in questo caso, deve essere riconosciuto alle Acli pistoiesi un merito: quello di aver preferito concentrarsi sul risultato piuttosto che sfruttare la forza della protesta.
Un appunto a questa iniziativa lodevole e senza dubbio molto utile, però, va fatto. Anche se organizzata da un’associazione di rilievo, la gestione appare essere eccessivamente semplicistica soprattutto se si guarda alla totale mancanza di attenzione per la normativa sul trattamento dei dati personali. Un errore che può vanificare lo sforzo e il merito di una buona idea.
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