C’è stato, però, un colpo alla tenuta della maggioranza: il Partito democratico, fulcro dell’alleanza che sorregge il governo di Matteo Renzi, si è spaccato sul tema dell’articolo 18 e sulla nuova applicazione con la modalità del contratto a tutele crescenti.
Secondo l’ala sinistra del partito, capeggiata dal presidente Matteo Orfini, la nuova denominazione dei contratti a tempo indeterminato, con lo strumento delle tutele progressive, aprirebbe la strada al superamento dell’articolo 18, lasciando campo libero, in definitiva, ai licenziamenti senza giusta causa.
Cosa prevede il nuovo Jobs Act
Il contratto a tutele crescenti trae ispirazione dall’esperienza tedesca e avrebbe come finalità quella di bloccare le garanzie dell’articolo 18 per almeno tre anni, i primi trascorsi in azienda da parte di un dipendente. La denominazione corretta di questa nuova forma è quella di “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”.
Obiettivo generale del nuovo Jobs Act sarà quello di completare la scansione di tutte le forme contrattuali esistenti, al fine di soppesarne l’attinenza al tessuto sociale e produttivo.
Secondo quanto indicato nell’emendamento presentato dal governo all’articolo 4 del Jobs Act, con il nuovo regime contrattuale andrà presa in considerazione la revisione della disciplina delle mansioni, al fine di armonizzare gli interessi dell’azienda e l’impiego delle risorse umane presenti, affinché si tuteli il posto di lavoro, ma si considerino limiti alle modifica degli inquadramenti.
Controlli a distanza. Con il testo del governo, entra nella normativa del lavoro anche la possibilità di effettuare la revisione a distanza, tenendo conto dell’avanguardia tecnologica e degli obiettivi dell’azienda assieme alla tutela della dignità del lavoratore.
Compenso orario. Si tratta di una novità di rilievo, che dovrebbe essere inserita nel testo finale – o nei decreti legislativi – che andrà riferito a rapporti di tipo subordinato o di stampo co.co.co. in quei settori i cui contratti siano regolati da accordi stipulati in via collettiva.
Voucher. Sì, inoltre, all’estensione delle prestazioni a lavoro accessorio per chi svolga attività di tipo discontinuo o occasionale, purché si garantisca la piena tracciabilità dei buoni.
Novità anche sul fronte ispezioni sul lavoro: si prefigura la creazione di un’Agenzia nazionale unica per mezzo del coinvolgimento del Ministro dle Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e tramite i coordinamenti con Arpa e Asl locali.
I tempi. Entro sei mesi dall’entrata in vigore del Jobs Act, che Renzi vorrebbe approvato nella legge delega già a fine ottobre, andrà varato un nuovo testo organico delle discipline contrattuali.
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