Con gli ultimi decreti legislativi del Jobs Act la riforma del lavoro varata dal Parlamento con la legge 183/2014 lo scorso dicembre potrebbe davvero chiudere il cerchio assumendo piena operatività su tutti i fronti. Non si parla dunque soltanto del fronte contrattuale, già ai test con i nuovi contratti a tutele crescenti che iniziano a far vedere i primi frutti in termini di stabilizzazioni, ma anche di quello della rete dei servizi per l’impiego, della ricollocazione, del sistema delle ispezioni e degli ammortizzatori.
Il denominatore comune è soltanto uno, e cioè semplificare, nonostante su alcuni fronti (vedi Cig e dintorni) l’operazione dovrà essere accuratamente misurata sul campo dal momento che si preannuncia tutt’altro che facile; anche ai fini di stimare quale sarà l’impatto effettivo dei costi che le imprese saranno chiamate a sostenere.
Come anticipato, in giornata, il Governo molto probabilmente potrebbe poi tentare l’affondo sulla delega fiscale. Questo, attraverso cinque decreti che si prepara a esaminare su cartelle esattoriali, riordino delle agenzie fiscali, agevolazioni, revisione delle sanzioni e contenzioso tributario, con la riforma degli interpelli. Di rilievo, tra le novità in procinto di essere varate, l’ipotesi di uno stop all’anatocismo degli interessi sulle cartelle con la riduzione dell’aggio dall’8 al 6% e l’Agenzia delle Entrate chiamata a ripianare le eventuali perdite che Equitalia dovesse ricavarne.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento