Jobs Act: estesa la decontribuzione totale per le assunzioni al Sud. Cosa cambia e per chi

Redazione 21/11/16
La decontribuzione totale per le aziende che scelgono di investire al Sud è stata annunciata in occasione dell’incontro del Premier Renzi con gli amministratori locali a Caltanissetta. In tal modo si estende, per la parte inferiore dello stivale, una misura che è stata prevista nel Jobs Act e che doveva essere limitata solo al primo anno di entrata in vigore.

Misura per riunire le “due Italie”

Mentre il nord Italia è già ripartito, arrivando ai livelli di occupazione del 2008, si rendono necessarie delle misure eccezionali per il Sud. La decontribuzione totale prevista per il 2017 dovrebbe attingere 530 milioni di euro dai fondi europei del Pon Spao, il Programma Operativo Nazionale relativo ai Sistemi di Politiche Attive per l’occupazione. Tali risorse si sommano ai 200 milioni di stanziamenti inclusi nella Legge di Bilancio per le assunzioni giovanili eseguite in virtù di programmi di apprendistato o di alternanza scuola/ lavoro.

Il Premier precisa come, tale misura volta a sostenere gli investimenti in risorse del meridione, determini risultati positivi per tutto il Paese: “E’ interesse dell’Italia che finalmente riparta il Sud, nella logica di ripartenza complessiva di questo Paese”.

Per chi è prevista la decontribuzione?

Lo stanziamento di 530 milioni di euro è previsto per le seguenti regioni: Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia, Basilicata, Campania, Molise ed Abruzzo. Potranno beneficiare della decontribuzione i giovani con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, oppure tutti coloro, dai 25 anni in poi, che siano stati disoccupati nel sei mesi precedenti all’assunzione.

Tale intervento era stato inserito già nel corso del 2015, arrivando a coprire circa 8.060 euro per ogni nuova assunzione.

Dati Inps: diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato

Le dichiarazioni del Premier volte a incrementare le nuove assunzioni, arrivano in concomitanza con gli ultimi dati Inps che mostrano un calo del 32,3% delle assunzioni a tempo indeterminato nel corso del 2016, con 442.580 posti in meno. A diminuire del 7,3% sono le assunzioni dei lavoratori stagionali, circa 37.110, mentre aumentano del 3,4% i nuovi lavoratori a termine e del 20,8% quelli in apprendistato.

Segnali positivi dal Presidente Inps Boeri

Rispetto a tali preoccupanti dati, segnali positivi provengono dal Presidente Inps, Tito Boeri, per il quale si sono abbassate le probabilità di essere licenziati con un contratto a tempo indeterminato. I dati mostrano una diminuzione della probabilità mensile dal 0,4% del 2014 allo 0,35% del 2016, alla quale corrisponde una diminuzione annua dal 7% al 6%.

Anche se, più in generale, sono aumentati del 10% i licenziamenti disciplinari, a questi fa seguito una diminuzione proporzionale delle dimissioni volontarie. Per Boeri questo dato mostra l’efficacia dell’introduzione delle dimissioni online, volte ad ostacolare il fenomeno delle c.d. “dimissioni in bianco” ossia quelle fatte firmare al dipendente nel momento stesso dell’assunzione.

Il dato preoccupante proveniente dai licenziamenti appare inquinato da una diminuzione del ricorso alla dimissione “obbligata” del lavoratore. Ciò che si suppone dalle parole di Boeri è che decresce il ricorso alla dimissione e, come conseguenza, aumentano i licenziamenti, soprattutto dei lavoratori stranieri.

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