Jobs Act, ci siamo. Al Senato in arrivo la fiducia sull’articolo 18

Inizia oggi la settimana decisiva per le sorti dell’articolo 18. Dopo la discussione preliminare, infatti, comincia al Senato la giostra delle votazioni sui singoli emendamenti al disegno di legge che cambierà le regole su welfare e mercato del lavoro.

Si tratta di un passaggio delicatissimo per il governo Renzi, quello al via domani, dopo le direzioni shock della scorsa settimana che hanno aperto crepe profonde sia dentro il Partito democratico che, a sorpresa, all’interno di Forza Italia. Giovedì, infatti, lo scontro tra il patron Berlusconi e il giovane delfino Fitto, sembra proprio conseguenza dell’apertura di qualche esponente azzurro a votare favorevolmente al Jobs Act. Ipotesi che il Cavaliere ha categoricamente respinto, a costo di rischiare un’ulteriore scissione del suo partito.

Scenario simile all’interno del partito del premier, con i vecchi falchi D’Alema e Bersani pronti a dare battaglia ma, tra loro, non del tutto in sintonia. E’ possibile, infatti, che una frangia di dissidenti dia l’ok al voto finale, mentre non si escludono defezioni singole o organizzate a oltranza tra i democratici.

Insomma, a seconda di come si arriverà all’approvazione del disegno di legge, il quadro politico potrebbe essere radicalmente mutato, con buona pace di chi attendeva novità importanti per il mondo del lavoro.

Ormai, l’intera polemica è imperniata attorno al totem dell’articolo 18, che se per il premier è da abbattere a ogni costo, per i suoi detrattori è un baluardo da difendere con la stessa convinzione.

Resta, comunque, la forte possibilità che il governo ricorra ancora una volta alla fiducia, mettendo così alla prova la fedeltà delle frange che hanno criticato aspramente il ddl. Sicuramente, si tratta di una fase molto complicata, forse quella più difficile da quando Renzi è arrivato a Palazzo Chigi, da cui il governo uscirà in ogni modo rinnovato.

Le altre novità del disegno di legge

Contratti. Introduzione del contratto a tutele crescenti, con garanzie progressive fino al terzo anno, purché il rapporto sia di tipo indeterminato. Allargamento dei contratti di solidarietà per ridurre il precariato e le mille forme di collaborazione atipica.

Welfare. Cambiano Cig e Aspi. La cassa integrazione non sarà attivata per quelle aziende dove si sia cessata l’attività, mentre l’indennità di disoccupazione andrà commisurata all’anzianità di lavoro del contribuente. Sì alla cessione di ferie da un collega a un altro che necessiti di assistere un figlio disabile.

Stipendi. Si valuta di introdurre una soglia minima di salario per quelle forme di collaborazione atipica ancora in essere.

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Francesco Maltoni

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