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Per evitare di ricevere la notificazione della cartella di pagamento, e di subire sanzioni cospicue (tra il 10% ed il 30%, oltre al tasso degli interessi legali), si potrà ricorrere al c.d. ravvedimento operoso.
Che cos’è il ravvedimento operoso?
Questo permette di saldare il debito già scaduto, regolarizzando la propria posizione fiscale.
Come per il ravvedimento operoso per IMU e TASI, l’importo addebitato in qualità di sanzione varierà a seconda del giorno in cui si provvederà a sanare il ritardo: la somma sarà tanto più alta quanto più la data di adempimento sarà lontana da quella della scadenza.
In particolare, ci sono tre tipologie di ravvedimento operoso:
Ravvedimento operoso Sprint
Se si effettua il pagamento entro 14 giorni dalla data di scadenza (il 10 gennaio 2017), la sanzione sarà dello 0,2% il primo giorno. Di giorno in giorno, aumenterà sempre dello 0,2% (dimezzata allo 0,1% da un provvedimento della Legge di Stabilità 2016, che entrerà in vigore dal 1° gennaio).
Ravvedimento operoso Breve
Se si effettua il pagamento tra il 15° giorno successivo alla scadenza del termine ed il 30° (entro il 26 gennaio 2017), la sanzione sale al tasso fisso del 1,5% (dimezzato da un provvedimento della Legge di Stabilità 2016, che entrerà in vigore dal 1° gennaio).
Ravvedimento operoso Medio
Se si effettua il pagamento dal 30° giorno fino al 90° successivo alla data di scadenza del termine, invece, la sanzione ammonterà all’1,67% (anch’essa dimezzata da un provvedimento della Legge di Stabilità 2016, che entrerà in vigore dal 1° gennaio).
SPECIALE LEGGE DI STABILITA’
Come si determina l’importo della sanzione sull’acconto?
È importante ricordare che le percentuali previste per il ravvedimento operoso dipendono dalla sanzione minima applicabile per l’errore che avete fatto. Di solito, in caso di omessi o errati versamenti delle ritenute d’acconto Iva la sanzione minima ordinaria (ovvero applicata in caso di mancato ravvedimento nei termini) è del 30%.
Oltre alla sanzione, si aggiungono gli interessi legali
All’entità della sanzione, bisogna aggiungere anche gli interessi legali: questi maturano dal giorno dell’omesso versamento a quello di avvenuto pagamento. In pratica, si divide l’importo da pagare per 365 giorni; si moltiplica il risultato per il tasso di interesse legale vigente; questo viene a sua volta moltiplicato per il numero di giorni di ritardo.
Per informazioni sui metodi di calcolo dell’acconto Iva, leggi: IVA 2016, scadenza vicina. Come saldare il debito d’imposta?
Il versamento è effettuato mediante modello F24, reperibile sul sito della Agenzia delle Entrate, con i seguenti codici: 6013 per i contribuenti mensili; 6035 per quelli trimestrali.
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