L’intervista è la presentazione di una conferenza che il conduttore-critico terrà all’interno della rassegna “Ravenna 2013”, in programma nel centro romagnolo dal prossimo 23 al 25 settembre.
“Per i beni culturali – afferma Daverio – serve una sorta di Piano Marshall. Il patrimonio storico del Sud si trova in uno stato di decadimento gravissimo a causa dei vari “appetiti” degli italiani. Tutto quello che è stato fatto per il Meridione è da idioti: Pompei è solo un esempio di questa idiozia”.
Centrale, nello sviluppo e nella concettualizzazione delle future metropoli, l’idea della Smart City, che sta orendendo sempre più piede al centro delle priorità delle politiche di urbanizzazione e di libertà di accesso ai servizi. “La definizione Smart City è inglese e io diffido delle definizioni in inglese, si potrebbe parlare di Città Viva. Quello a cui bisogna mirare prima di tutto è un progetto di restauro del territorio e dei beni artistici che ponga la cultura e l’uomo al centro.”
Naturale che, nella disamina dei problemi strutturali e di politiche abitative e di messa in sicurezza degli edifici che in Italia si realizzano, una parte importante la trovi il problema del terremoto, che negli ultimi anni ha colpito al cuore prima L’Aquila e poi l’Emilia-Romagna: “A L’Aquila doveva iniziare un progetto di restauro e riestetizzazione che non è mai partito. La New Town di matrice berlusconiana è stata una presa in giro. In Emilia Romagna, alcune zone della regione, colpita dal terremoto, dovevano essere ricostruite perché per industrializzare sono stati tirati su capannoni indecenti, crollati come capanne di paglia”.
Altri e numerosi gli argomenti trattati da Philippe Daverio nel corso dell’intervista che potete trovare nella sua forma integrale a questo indirizzo
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