Complessivamente nel corso del 2012 le visite mediche di controllo realizzate sono state poco più di 1,2 milioni. Tra queste, 900mila risultano quelle predisposte d’ufficio dall’Inps, per un ammontare di spesa pari circa a 50 milioni di euro (presumibilmente 50 euro per ogni visita) dal momento che le visite d’ufficio rimangono a carico dell’Istituto, mentre il pagamento di quelle richieste da parte delle aziende, viceversa, ricade unicamente sulle stesse. Di quest’ultime, nel corso del 2012, i dati riportati da Nori ne evidenziano meno di 300mila.
Con riguardo invece agli esiti, il risultato delle visite d’ufficio ha condotto ad una contrazione della prognosi, come anticipato, in 83mila casi, attestandosi dunque al 9% delle visite condotte. Il risultato, se paragonato a quello delle visite richieste dalle aziende, è quasi raddoppiato. Tra le visite di controllo effettuate su domanda aziendale infatti soltanto in 16mila casi si è stati in grado di ridurre effettivamente la prognosi, e cioè appunto, come sovra indicato, solo nel 5,5% degli episodi.
La scelta di limitare le visite sembra pertanto una decisione correlata non soltanto ai risultati riportati, ma soprattutto “alla drastica riduzione delle spese di gestione cui è stato sottoposto l’Istituto”, ha confermato il direttore generale. Nori ha però ammonito che la parola “sospensione” non è mai stata prevista dall’Inps. “Una riduzione a circa 100mila visite per il 2013, forti dell’esperienza costruita con un sempre più sofisticato sistema di datamining ci porterà a far crescere la percentuale dei risultati di riduzione di prognosi, pur in presenza di una sensibile diminuzione del numero di visite eseguite”.
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