Non è una corsa ad ostacoli, non dubitate, tuttavia l’iter telematizzato, concepito ad hoc per allentare i costi statali e generare risparmio, sembra già ricadere impreparato sulle spalle degli addetti ai lavori che da qualche giorno rimangono letteralmente invasi da un’esorbitante sequela di richieste e lamentele, avanzate da una schiera di contribuenti non pronti a varcare il grande arco della tecnologia. La normativa 228/2012, comma 114, chiarisce che “a decorrere dall’anno 2013, gli enti previdenziali rendono disponibile la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati (Cud) in modalità telematica. E’ facoltà del cittadino -si apprende dal testo di legge- richiedere la trasmissione del Cud in forma cartacea. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Se si certifica che l’operazione prevista sarà risparmiosa per le casse dello Stato, l’ingorgo degli sportelli Inps, chiamati a rispondere ai dubbi legittimi dei contribuenti e di tutti coloro che non riusciranno ad ‘accaparrarsi’ il modulo Cud entro i tempi sanciti, paventa al contrario un esoso aggravio in termini di tempo e denaro. All’utente che non vuole incorrere in queste macchinazioni, si concede la possibilità di ottenere la stampa del documento presso gli uffici postali, non tutti però, dietro il pagamento, e qui si rasenta il parossismo, di ‘obolo’ obbligatorio. Ai fini dell’ottenimento del Cud viene riservato un ulteriore canale, e più precisamente un numero verde Inps per richiederne l’invio domicilare.
Forse non tutti sanno che la maggior parte degli anziani nostrani, e in Italia gli ultra sessantacinquenni raggiungono i 7 milioni, non hanno la possibilità di accedere agli aggiornamenti amministrativi Inps pubblicati nel sito, e nientemeno di visionare quotidiani economici. Inoltre sono in tanti a mettere in discussione il valore di efficienza del numero verde, in modo particolare nel frangente degli adempimenti. Non è dato sapere infatti come chi risulterà addetto alle telefonate riuscirà contemporaneamente a seguire gli invii dei modelli. Ancora, non è chiaro come potrà essere sostenuta la tracciabilità telefonica da parte del contribuente che vorrà dimostrare di non aver adempiuto alla dichiarazione causa mancato invio da parte dell’Inps. Si fa presto dunque a parlare di risanamento e austerità, ma l’adozione delle nuove procedure non sembra altro che l’ennesimo esempio di sfacciata mal considerazione dei consulenti preposti al lavoro. Vedremo i risultati.
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