Pdl, tra l’altro, che non si accontenta dell’abolizione e della restituzione, quest’ultima è bene ricordare che è praticamente irrealizzabile, ma mira anche alla sospensione sui terreni agricoli, che in ogni caso sono già stati esentati dai numerosi correttivi già intervenuti sull’Imu e secondo le regole vigenti pagano la tassa solamente se sono produttivi e collocati in pianura, e non in uno dei Comuni classificati come montani o collinari che occupano circa il 54% del territorio nazionale.
Questi numeri sono inseriti nel rapporto 2012 dell’Agenzia del Territorio, e rivelano che oltre ai 19,6 milioni di abilitazioni principali ci sono anche 12,5 milioni di “pertinenze”, ossia di garage, cantine, o tettoie collegate alla casa. Il discorso qui si fa più complesso ed è bene che chi si occuperà degli espedienti tecnici della proroga tenga conto anche di questo dato. Le regole dell’Imu, infatti, consentono di ritenere “pertinenza” e quindi di trattare alla stregua dell’abitazione solo una unità immobiliare per categoria catastale, ciò vuol dire che il proprietario di una casa con due garage distinti dal punto di vista catastale ha dovuto scegliere quale stimare come pertinenza e quale no, pagando su di esso l’aliquota per gli altri immobili, 7,6 per mille più i possibili ritocchi fissati dai singoli Comuni.
Se il blocco della prima rata avrà le medesime regole, ci saranno quindi dei proprietari della sola casa in cui vivono che dovranno comunque presentarsi alla cassa per erogare il contributo sulla pertinenza “di troppo”. Ovviamente i tempi sono prematuri per i dettagli tecnici dal momento che il dibattito è limitato alle schermaglie politiche e solamente la prossima settimana si cominceranno a conoscere maggiori dettagli.
Un altro elemento a cui dovranno prestare attenzione coloro che si occuperanno di redigere la norma che stoppa la rata di primavera sarà il destino degli immobili di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), ossia di quelle ville e castelli entrati nel 2008 nella questione Ici. All’epoca, infatti, ville e castelli furono esclusi dall’abitazione principale, ma con l’esordio dell’Imu nel 2012 ritornarono nella propria famiglia d’origine.
Ai Comuni, per esempio, è stato concessa la facoltà di diversificare il contro, prevedendo l’aliquota del 4 per mille per le case di livello medio e aumentando la richiesta al 6 per mille per quelle censite nelle categorie di lusso ai fini Imu, comunque sempre di “abitazioni principali” si tratta, per cui uno stop indifferenziato riguarderebbe anche i loro proprietari.
Dal punto di vista territoriale il 90,5% delle abitazioni principali italiane è concentrato nel Nord e nel Comune di Roma, dove si rinvengono valori catastali medi più alti. E’ a fronte di questi dati che le maggiori preoccupazioni dei sindaci vengono proprio dal Nord sui rischi di cassa che la sospensione della rata di giugno determinerebbe se non fosse accompagnata da una compensazione equivalente sia nell’importo sia nella tempistica. I Comuni in cima a questa classifica sono Siena, Roma e Torino dove la prima rata dell’Imu incide per un valore tra i 94 e 117 euro ad abitante, mentre Crotone e Vibo Valentia non oltrepassano i 30 euro ad abitante.
Ieri a Che tempo che fa, su raitre, è intervenuto il premier Letta che sulla questione Imu si è pronunciato così “come scritto nel discorso programmatico noi faremo un decreto per sospendere la rata Imu di giugno e consentire nelle prossime settimane di mettere in campo il processo di riforma”. ‘L’Imu non è una cosa di Berlusconi, il suo superamento faceva parte dei programmi di tutti e tre i partiti politici che sostengono il governo. Il Pd aveva il superamento come uno dei piani essenziali. Si va in quella direzione ma i particolari sono da discutere”.
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