Dunque il Parlamento si è trovato letteralmente paralizzato, sia l’aula che discuteva dell’Ilva che quella che esaminava la questione Dl Imu – Cig hanno fermato le proprie sessioni, il che comporta che Governo e Maggioranza prenderanno ancora un’altra settimana per discutere e trovare le soluzioni ai nodi, ormai pesantissimi, rappresentati dall’Imu, il Lavoro e l’aumento dell’Iva. Quest’ultimo nella fattispecie deve sciogliere la riserva sulle coperture che per il momento maggioranza e tecnici faticano a reperire, serve infatti un miliardo per assicurare il rinvio ad ottobre dell’aumento dell’aliquota Iva al 22%.
La maggioranza, tuttavia, è nettamente contraria agli aumenti degli acconti di novembre, del resto il Governo si è detto disponibile ad accogliere possibili alternative che non potranno che essere dei tagli di spesa, tagli su cui, però, lo stesso Esecutivo chiede alle forze politiche un’assunzione di responsabilità. Per il Pdl l’incremento di un punto percentuale dell’Iva va eliminato assolutamente ma sarebbero necessarie almeno 2 miliardi per il 2013 e almeno 4 per il 2014.
Per questa ragione all’Economia si lavora ad una revisione più ampia delle aliquote Iva, questa manovra terrebbe conto dell’andamento dei consumi, i beni e servizi che oggi scontano l’Iva 4% e quelli che hanno l’aliquota del 10%. Per quanto riguarda l’Imu, come ha confermato lo stesso sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, “tutte le vie tecniche sono sul tavolo in attesa della decisione politica”. La data in calendario al momento è quella della cabina di regia del 18 luglio cui parteciperà anche il premier Letta.
In quell’incontro si discuterà se eliminare completamente il prelievo sull’abitazione principale o intervenire con una rimodulazione, che tenti di esentare il numero più alto possibile di contribuenti che nel 2012 hanno versato l’imposta comunale sulle imprese. La strada indicata dal Pd è quella di aumentare la franchigia fino a 600 euro, a questa misura poi andrebbe aggiunta la cancellazione dell’acconto che attualmente è solamente rinviato al 31 agosto.
Discorso simile vale per il Dl 76 sul lavoro che rimane in attesa delle decisioni politiche; le imprese infatti spingono per una maggiore flessibilità in entrata, in deroga temporanea, da legare a “Expo 2015”. Sul tavolo ci sono le modifiche ai contratti a tempo determinato e i contratti di collaborazione a progetto. Collegata alle risorse è poi la possibilità di ampliare la platea dei fruitori del nuovo incentivo per le assunzioni, oggi circoscritta agli under 29.
L’augurio è che si riesca a coprire una fascia più grande di beneficiari, con una specifica rilevanza attribuita alle donne; almeno questo è quanto ha dichiarato Maria Grazia Gatti (pd), relatrice in senato del Dl 76. Allo studio c’è anche una norma per coordinare meglio la fruizione dei nuovi bonus contributivi con quelli previsti per l’apprendistato. Con il traguardo di non penalizzare quello che, bipartisan, puntano a far diventare il canale preferenziale d’accesso dei giovani al lavoro.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento