Deciso il Pacchetto pensioni 2025, che entra nella Legge di bilancio pressoché uguale a come è ora. Nessuna grande riforma arriverà a modificare sistema il prossimo anno. Tutto rimandato ancora una volta.
In attesa che il testo della Manovra 2025 varchi la soglia del Parlamento il 21 ottobre, i punti chiave della strategia previdenziale sono già stati descritti nella conferenza stampa di presentazione del disegno di legge.
Parola d’ordine “conferma”. Infatti, le opzioni pensionistiche in vigore quest’anno verranno rinnovate (a meno di prossime modifiche) anche nel 2025.
Si parla dell’attuale pensione anticipata flessibile Quota 103, di Ape sociale e della versione selettiva di Opzione donna. Intenzione del governo è poi di rinnovare un incentivo al posticipo pensione, detto anche Bonus Maroni, che ha finora permesso a chi, pur in età pensionabile, restava a lavoro di avere uno stipendio più alto, grazie a una detassazione contributiva.
Qualche piccola novità potrebbe essere l’eliminazione della sterilizzazione della rivalutazione pensioni, come vedremo.
Ecco il succo delle pensioni 2025.
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Indice
Quota 103 nella Legge di bilancio 2025
Come per il 2024, anche nel 2025 si potrà uscire da lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi. Basterà aderire all’opzione di pensione anticipata flessibile Quota 103, confermata con la Legge di bilancio del prossimo anno.
Farlo però, esattamente come quest’anno, costerà, perché si tratta di un meccanismo puramente contributivo di calcolo, che porta una notevole riduzione dell’assegno pensione.
Resta in vigore il massimale rappresentato da un importo della prestazione non superiore a cinque volte il trattamento minimo.
Il trattamento non può eccedere i 2.272 euro lordi mensili (quattro volte il trattamento minimo Inps) sino al compimento dell’età di 67 anni.
Opzione donna selettiva anche nel 2025
Anche opzione donna ha trovato conferma nell’impianto delle pensioni 2025. La Manovra contiene questo ulteriore anticipo pensionistico, destinato ad alcune categorie (molto ristrette) di donne lavoratrici. E anche in questo caso l’importo della pensione viene calcolato con metodo contributivo, e quindi ridotto rispetto alla normale pensione di vecchiaia.
Viene confermato l’impianto selettivo dell’opzione. Possono accedere alla pensione anticipata con Opzione donna solo le donne che se si trovano in almeno una delle seguenti condizioni:
> assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge, la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, Legge 5 febbraio 1992 numero 104) ovvero un parente – affine di secondo grado convivente, qualora i genitori, il coniuge o la persona unita civilmente del soggetto con handicap abbiano compiuto i 70 anni di età ovvero siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti;
> hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, pari o superiore al 74%;
> sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) per la gestione della crisi aziendale.
Inoltre, sono necessari 61 anni di età, eccezion fatta per le donne con figli.
Tra i diversi requisiti richiesti da Opzione donna (almeno nella versione 2024), c’è anzitutto quello dell’età:
- 61 anni di età per donne senza figli;
- 60 anni di età per donne con un figlio;
- 59 anni di età per donne con più figli.
Sul requisito contributivo, invece, le donne lavoratrici che vogliono accedervi devono maturare 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2024 E’ però previsto lo sconto di un anno per ciascun figlio entro un massimo di 2 anni.
Le regole contributive cambiano solo per le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi. Queste possono accedere con 59 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024 a prescindere dal numero di figli.
Incentivo al posticipo pensione
Un’altra conferma per la Manovra di bilancio 2025 è la volontà del governo di premiare lavoratrici e lavoratori che, pur potendo andare in pensione con Quota 103, decidono comunque di restare a lavoro. Si tratta di un incentivo al posticipo pensione, che nel 2024 funziona così:
chi sceglie in questi casi di proseguire l’attività lavorativa dipendente, può rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a loro carico, relativi all’Assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive.
Ciò comporta che:
- il datore di lavoro venga sollevato dall’obbligo di versamento contributivo della quota IVS a carico del lavoratore interessato (resta fermo invece il versamento della quota IVS a carico del datore di lavoro);
- gli importi corrispondenti alla quota di contribuzione IVS a carico del lavoratore, che l’azienda avrebbe dovuto versare all’Inps qualora non fosse stata esercitata la facoltà di rinuncia in parola, siano o erogati direttamente all’interessato, insieme alla retribuzione.
Resta da capire se l’incentivo verrà rinnovato per il 2025 alle stesse condizioni. Guardando agli annunci fatti dal governo in queste ore, si parla per il prossimo anno di “un innovativo meccanismo di incentivazione alla permanenza in servizio su base volontaria”, come annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa di presentazione della Legge di bilancio 2025.
Rivalutazione pensioni 2025
Sul fronte rivalutazione pensioni 2025, il titolare del MEF, Giorgetti, ha confermato che saranno presenti sia la rivalutazione piena sia la rivalutazione delle minime. “Il meccanismo di sterilizzazione che era in vigore non c’è più”, ha confermato. Si attendono però dettagli ulteriori.
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