No a leggi speciali, si a strumenti per prevenire la violenza

Redazione 19/10/11
Dopo la guerriglia di sabato scorso a Roma, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni dribbla le accuse di incompetenza nel gestire e garantire l’ordine pubblico e prepara un provvedimento che conterrà uno stretto giro di vite contro le violenze di piazza

Il provvedimento, già definito “legge Reale bis”, estenderebbe il DASPO (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, misura introdotta con la L. 401/1989 per contrastare la violenza negli stadi) anche alle manifestazioni di piazza, ammetterebbe la possibilità di arresto in flagranza differita per i violenti individuati grazie ai filmati, e prevedrebbe ipotesi di fermi preventivi.

In parallelo, si lavorerebbe già a nuove disposizioni per migliorare la gestione dell’ordine pubblico, come la creazione di nuclei mobili di agenti con lo scopo di individuare i violenti che si infiltrano nei cortei pacifici.

Maroni ha dato disposizione ai suoi uffici di approntare un ventaglio di misure possibili, tra le quali scegliere quelle da inserire probabilmente in un decreto.

D’accordo con l’introduzione di nuove norme sulla prevenzione delle violenze anche il leader dell’IdV Di Pietro, che aveva proposto il ripristino della legge Reale.

La legge nota come legge Reale del 22 maggio 1975, dal nome dell’allora Ministro della Giustizia Oronzo Reale, fornisce misure più dure in materia di ordine pubblico.

Dalla sua entrata in vigore, la legge è stata spesso al centro delle polemiche per il notevole aumento dei poteri attribuiti alle forze di polizia. La legge Reale, poi riformulata dalla l. n.533/1977, nel corso degli anni subì alcune modifiche e fu in parte “depotenziata”.

Emanata nel quadro dei turbolenti anni Settanta, gli anni di piombo, la disposizione dava diritto alle forze dell’ordine di usare legittimamente le armi per «impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona»; estendeva il ricorso alla custodia preventiva di 96 ore, anche in assenza di flagranza di reato; vietava l’uso del casco e di altri elementi atti a rendere in tutto o in parte irriconoscibili i cittadini partecipanti a manifestazioni pubbliche, svolgentesi in pubblico o in luoghi aperti al pubblico.

Fu sottoposta a referendum abrogativo, l’11 giugno 1978, promosso dai familiari della lunga lista di vittime collegate all’applicazione della legge stessa. Il referendum ebbe esito negativo, quindi la legge non fu abrogata.

Nel corso dell’informativa al Senato di ieri pomeriggio, il ministro dell’Interno ha posto l’accento sul fatto che gli artefici del “terrorismo urbano” di sabato scorso fossero tutti italiani, nessun black bloc proveniente dall’estero, e ha dato merito alla professionalità delle Forze dell’Ordine, capaci di “impedire che ci scappasse il morto”.

Informa poi il Senato che proporrà in tempi brevi l’adozione di nuove misure legislative per consentire alle Forze dell’Ordine di fare quello che ora non possono fare, cioè prevenire la violenza.

Non sono per una legislazione d’emergenza né per leggi speciali – ha detto il Ministro – ma per norme specifiche, strumenti da dare alla Polizia per bloccare, ad esempio, chi, durante le manifestazioni di piazza, venga trovato in possesso di veri e propri kit di guerriglia urbana, e quindi perquisizione e arresto preventivi”.

Tra i denunciati per le violenze di sabato c’erano diversi giovani con precedenti specifici. Ebbene, l’allargamento del Daspo alle manifestazioni di piazza consentirebbe di escludere preventivamente dai cortei a rischio chi ha precedenti in materia. Altra misura che potrebbe essere mutuata da quelle promosse per contrastare la violenza negli stadi è l’arresto in flagranza differita: oggi è possibile arrestare fino a 48 ore dopo il fatto chi si è reso responsabile di atti di violenza in occasione di eventi sportivi. Lo stesso intervento potrebbe essere concesso per gli scontri di piazza, in modo da arrestare i teppisti dopo averli individuati, ad esempio, visionando i filmati.

Si ipotizza anche l’introduzione di un reato associativo ad hoc per le rivolte di piazza, e di aggravanti per i reati comuni commessi durante le manifestazioni.

Inoltre, è prevista anche l’introduzione dell’obbligo, per gli organizzatori delle manistazioni, di prestare idonea garanzia patrimoniale per ovviare agli eventuali danni arrecati a persone e cose durante il suo svolgimento.

Redazione

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