Di seguito, di riporta la nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del Consiglio.
“Nel 2013 l’Italia dovrebbe raggiungere una posizione di bilancio in valore nominale di -0,5% del Prodotto Interno Lordo, in conformità con il Trattato sul Fiscal Compact che stabilisce “il saldo strutturale annuo della PA è pari all’obiettivo di medio termine specifico per il Paese (…) con il limite inferiore di un disavanzo strutturale del 0,5% del PIL ai prezzi di mercato”. Il rispetto dei margini europei è ulteriormente confermato dal fatto che in termini strutturali nel 2013 verrà raggiunto un surplus pari allo 0,6% del PIL. Anche l’impegno ad introdurre il vincolo del pareggio di bilancio nell’ordinamento costituzionale è stato rispettato in anticipo rispetto alle scadenze fissate dal Fiscal Compact, grazie alla revisione dell’articolo 81 della Costituzione, che è stata approvata definitivamente ieri, 17 aprile.
L’avanzo primario (cioè il saldo al netto degli interessi sul debito pubblico) raggiungerà il 5,7% nel 2015, in significativo incremento rispetto allo 1,0% del 2011 e al 3,6% dell’anno in corso Questo permetterà al debito pubblico – al netto dei prestiti diretti alla Grecia e della quota di pertinenza al EFSF e al capitale del ESM – di calare dal 120,3% nel 2012 al 110,8% nel 2015.
Da dicembre si è registrato un ulteriore deterioramento delle condizioni economiche. Il Governo stima che il PIL nel 2012 si contrarrà di 1,2% per tornare positivo nel 2013 (+ 0,5%) e accelerare ulteriormente nel biennio successivo (1,0 e 1,2 rispettivamente).
Tuttavia, si è anche registrata una significativa riduzione dei tassi di interesse.
Questo, unitamente alle misure già adottate e trasformate in legge, consente al Governo di confermare sostanzialmente il percorso di risanamento finanziario tracciato a dicembre.
L’azione di riequilibrio finanziario è stata accompagnata dall’adozione di vari provvedimenti di riforma finalizzati a rimuovere i principali vincoli che hanno compresso il potenziale di crescita dell’Italia. In base alle stime del Governo, le riforme dovrebbero aumentare la crescita di 2,4 punti percentuali tra il 2012 e il 2020.
L’Italia ha realizzato le riforme che si era proposta di portare a compimento con il supporto della Commissione: il consolidamento delle finanze pubbliche, la riforma del mercato del lavoro, l’aumento della concorrenza, la semplificazione della pubblica amministrazione, il completamento delle infrastrutture. Malgrado i progressi compiuti, resta ancora molta strada da fare, in un contesto più benigno ma ancora caratterizzato da elementi di incertezza. I prossimi mesi offrono una finestra di opportunità che deve essere sfruttata. Nel PNR 2012 resta essenziale la prosecuzione del risanamento dei conti pubblici, in particolare attraverso la spending review e il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale. Particolare importanza è attribuita alla promozione della crescita, senza la quale ogni strategia di consolidamento finirebbe per annullare i suoi stessi effetti. In tale contesto, l’azione del Governo è specialmente rivolta al miglioramento delle condizioni di accesso al credito, alla riduzione dei tempi di pagamento della PA alle imprese, agli incentivi alle start-up innovative (un’azione particolarmente importante per i più giovani), a tempi più rapidi per i procedimenti della giustizia civile (in particolare per le imprese), al completamento dell’agenda digitale.
PNR E PDS: COSA SONO E A COSA SERVONO
Il PNR e il PdS recepiscono le raccomandazioni e gli orientamenti formulati dal Consiglio europeo e dalla Commissione, al termine del primo semestre europeo; includono gli obiettivi nazionali della strategia Europa 2020; integrano, ove pertinenti, gli impegni assunti nell’ambito del patto Euro Plus, il documento programmatico destinato all’Unione Europea ai fini della sorveglianza multilaterale esercitata dal Consiglio e dalla Commissione sui disavanzi pubblici eccessivi e della promozione del coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri.
Il semestre europeo 2012 – il ciclo annuale dedicato al coordinamento delle politiche economiche e di bilancio – è il primo a beneficiare della nuova governance economica potenziata.
Il semestre inizia con la pubblicazione dell’analisi annuale della crescita, orientata alla sorveglianza macroeconomica, tematica e di bilancio. L’analisi annuale della crescita 2012 della Commissione europea individuava cinque grandi priorità: (a) proseguire nel consolidamento fiscale, privilegiando misure favorevoli alla crescita; (b) ristabilire condizioni di normalità nei mercati del credito; (c) promuovere la crescita e la competitività nel breve e nel lungo periodo; (d) contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi, con particolare riferimento alla condizione giovanile; (e) modernizzare la Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento al miglioramento del business environment.
Basandosi su questa analisi il Consiglio europeo, nel Vertice di primavera, fa il punto sulla situazione macroeconomica generale, dà orientamenti politici per l’Unione europea e l’area Euro e discute gli sviluppi economici e le priorità della strategia. Successivamente, entro la fine di aprile di ogni anno, gli Stati membri presentano le strategie di bilancio all’interno dei rispettivi PdS, indicando l’agenda delle azioni da intraprendere: la concorrenza, l’ambiente, le infrastrutture, la Pubblica Amministrazione, i giovani. I documenti, dopo essere stati esaminati dalla Commissione, vengono valutati dal Consiglio, che formula una serie di raccomandazioni agli Stati. Spetta alla Commissione monitorare – e, in caso di inadempimento, sanzionare – l’attuazione delle raccomandazioni da parte dei Governi. Diversamente rispetto al passato, quest’anno, per la prima volta, sarà possibile applicare una procedura formale per monitorare, prevenire e correggere gli squilibri macroeconomici.
Il PNR è la componente principale del “Semestre europeo”. Nel percorso stabilito dalla nuova governance economica europea rappresenta un momento chiave nel coordinamento tra le politiche dell’Unione e le politiche nazionali. L’attenzione nei confronti di questo documento è quindi particolarmente accurata. Il PNR viene esaminato non solo dalle istituzioni europee ma anche dagli altri Governi che vi cercano best practices, confrontano le agende politiche reciproche, e verificano l’attuazione delle riforme promesse.
Il PNR riveste una duplice funzione. Da un lato, serve a fare il punto sulle riforme messe in campo dopo le raccomandazioni adottate dall’Unione Europea per l’anno precedente, illustrando la portata degli interventi in atto, la loro coerenza con gli orientamenti dell’Unione Europea e il loro impatto atteso. Dall’altro, presenta una agenda di interventi previsti per i mesi successivi, delineando così il percorso attraverso il quale l’Italia intende conseguire gli obiettivi definiti a livello europeo. L’insieme, nell’ottica di raggiungere gli obiettivi di lungo periodo che si inseriscono nel progetto complessivo delineato nel PNR.
Il PNR 2012 assume poi doppia valenza: in chiave nazionale ed europea. Nell’attuale fase delicata per l’economia nazionale, la qualità delle riforme italiane ha grande rilevanza ai fini del rilancio della crescita in Italia e, quindi, anche ai fini della stabilità economica e finanziaria dell’Unione economica e monetaria. Il PNR 2012, inoltre, è particolarmente importante per il ruolo che giocano gli indirizzi di policy delle istituzioni comunitarie che, rispetto al passato, vedono potenziato il ruolo di orientamento sulle scelte di politica economica nazionale degli Stati membri. Il fatto che le raccomandazioni della Commissione sul PNR del 2011 siano state riprese nella lettera della Banca Centrale Europea nel corso dell’estate e, successivamente, nelle richieste rivolte dal Consiglio europeo di ottobre all’Italia, è la dimostrazione del peso che il giudizio sul PNR può avere nel dibattito politico.
Per questo motivo la strategia di intervento avviata dal Governo si basa su due obiettivi:
a) il riequilibrio strutturale dei conti pubblici, per consentire di ridurre rapidamente il peso del debito. A tal fine il Governo si è impegnato innanzitutto a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, nel rispetto di quanto concordato al Consiglio Europeo di ottobre 2011, e ha avviato una complessa operazione di politica economica, approvata alla fine del 2011 con il provvedimento ‘Salva Italia’, per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità;
b) la creazione di condizioni che consentano la ripresa del processo di sviluppo. Con i provvedimenti ‘Cresci Italia’ e ‘Semplifica Italia’ sono state introdotte misure tese a incentivare l’iniziativa economica privata, eliminare barriere d’accesso ai mercati, creare condizioni più favorevoli per l’investimento interno e dall’estero, promuovere l’innovazione e l’efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione, accelerare la diffusione dell’ITC. Con lo sblocco degli investimenti pubblici e il ‘Piano di Azione Coesione’ si sono create le condizioni per una ripresa degli investimenti pubblici infrastrutturali e un rafforzamento della qualità dei servizi collettivi nel Sud. Il PNR indica le altre misure complementari che sono necessarie per accelerare il ritorno alla crescita.
Il PNR è stato predisposto sulla base di un lavoro collegiale del Governo: per legge, la responsabilità di predisporre il testo è del Ministero dell’economia di concerto con il Ministro per gli affari europei. In realtà le priorità europee investono numerosi Dicasteri: in particolare il Lavoro, lo Sviluppo economico, le Pari opportunità, la Pubblica amministrazione, la Giustizia, l’Ambiente. Per questo motivo la preparazione del PNR ha coinvolto, in prima battuta, i Ministeri interessati. Contemporaneamente, il Governo ha attribuito grande importanza al confronto e alla consultazione delle forze politiche, delle autonomie territoriali, del CNEL, del Forum Giovani e, più in generale, delle Parti sociali.
Il PNR 2012 è un documento sintetico scritto in modo da essere accessibile e comprensibile ai cittadini e, soprattutto, attento a dati concreti, anche se con una forte orientamento al futuro, alle riforme appena impostate o da impostare nei prossimi mesi.
Ciascuno dei 4 capitoli del documento illustra un profilo essenziale delle riforme. Il primo capitolo offre la visione d’insieme del Programma. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi delle criticità e dei fattori che da tempo ostacolano la crescita e la competitività del Paese. Il terzo capitolo fornisce il quadro dettagliato delle riforme effettuate o iniziate nel corso dell’ultimo anno, ponendole in relazione alle Raccomandazioni del Consiglio europeo e al percorso che l’Italia si è data ai fini del raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020. Il quarto capitolo, infine, offre un panorama delle riforme “in cantiere” e delle principali sfide che ancora occorre affrontare per riportare il Paese su un sentiero di crescita durevole e sostenibile.
Infine, il PNR è completato da tre allegati: il contributo dato dalle Regioni al Programma; la griglia completa delle misure legislative adottate; la Relazione del Ministro dell’ambiente sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra”.
Qui il testo del programma di stabilità e del programma nazionale di riforma
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