Impossibile non esserne a conoscenza. Infatti l’operazione, inizialmente annunciata con l’affissione di un avviso negli androni di palazzi e condomini, è proseguita con la consegna a tappeto del questionario in formato cartaceo: una voluminosa e ingombrante busta recapitata nella cassetta della posta di tutte le famiglie italiane. All’interno una grande quantità di carta stampata a colori tra lettera di accompagnamento, questionario in forma completa o ridotta e la necessaria guida alla compilazione.
Ancora una volta quindi, l’ISTAT, dopo aver “acquisito da tutti i Comuni italiani le liste anagrafiche aggiornate al 31 dicembre 2010”, ha scelto la via tradizionale impiegando risorse economiche, strutturali ed organizzative non indifferenti per seguire le fasi di consegna, compilazione e restituzione del questionario, tutte rigorosamente a mano.
Eppure il sito internet dedicato, dotato anche di un conto alla rovescia che indica il tempo mancante al 9 ottobre 2011, sembra essere orientato ad una visione molto innovativa e, soprattutto, social dell’evento, con tanto di link agli account Flickr e Twitter e, addirittura, al canale YouTube!
Inoltre, tra le novità “pensate per facilitare la partecipazione”, quest’anno l’ISTAT ha predisposto anche la modalità di compilazione online. Nulla da ridire se non fosse che, per eseguire questa operazione più veloce, economica ed “ecologica”, sia necessario inserire la propria password personale… stampata nel questionario cartaceo consegnato per posta!
Sicuramente, eseguire un censimento (obbligatorio a livello comunitario) non è un’impresa facile soprattutto se si vuole ricavarne una fotografia realistica della popolazione. Io stessa ho difficoltà a pensare una modalità che presenti il minor numero di inconvenienti possibile ma, indubbiamente, quella ora in uso non è la migliore.
Facile immaginare che moltissimi questionari andranno sprecati o persi. Chi deciderà di compilare il modulo online, ovviamente butterà via la copia cartacea; molti la getteranno comunque per poi richiederne un’altra non appena consci delle sanzioni pecuniarie.
Mi chiedo, allora: in una periodo in cui la comunicazione passa prevalentemente per internet, posta elettronica e media, non c’era un modo più efficace e meno oneroso per eseguire il nuovo censimento? Magari, dopo una prima campagna informativa, l’invio cartaceo poteva essere limitato a chi non avesse richiesto la propria password per la compilazione online.
Di certo questa è solo un’idea del momento… ma il censimento si esegue ogni 10 anni. Di tempo ce n’era per pensarci!
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