Si sta parlando della recente ordinanza del Consiglio di Stato del 13 settembre u.s. che, con pochi e semplici tratti di penna rossa, come quella delle nostre maestre, ha bacchettato il Ministro Gelmini sul riordino delle classi di concorso dettato con CM n. 21/11.
Infatti, in seguito a questo riordino gli insegnanti abilitati in Italiano, Storia e Geografia, oltre che negli istituti tecnici e professionali, potevano accedere ai licei, ad eccezione del classico; gli insegnanti abilitati anche in Latino, oltre che nei licei e istituti magistrali, avevano la possibilità di accedere al biennio del liceo classico; gli insegnanti abilitati anche in Greco, potevano insegnare al classico , ma in concorrenza con gli altri docenti non abilitati in tale materia.
C’è chi è stato che ha parlato di discriminazione, chi ha indetto campagne per salvare “il panda-insegnante di greco”, altri hanno proposto ricorso davanti al Giudice. In un primo momento il TAR Lazio aveva rigettato le domande cautelari presentate, mentre il Consiglio di Stato, con ordinanza N. 6885/2011 ha accolto l’appello cautelare, ritenendo il ricorso assistito da apprezzabile fumus boni iuris, disponendo la trasmissione della pronuncia di appello al T.A.R. per la sollecita fissazione dell’udienza di merito.
La motivazione è da ricercare nella preclusione di ogni misura anticipatoria in via amministrativa del contenuto e degli effetti del provvedimento regolamentare in merito alla razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso. Il MIUR è stato anche condannato al pagamento delle spese relative alla fase cautelare davanti al Consiglio di Stato, fissate in 1000 €.
Il “caro e vecchio” superinsegnante di greco e latino è salvo, per il momento, a dispetto di chi, magari, non ha avuto in passato un ottimo rapporto con il ginnasio.
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