Non si tratta certamente di una semplice visita di cortesia. Una significativa convergenza tra le posizioni di Italia e Francia si registra dai tempi in cui Hollande era ancora solo il candidato favorito alle elezioni presidenziali. L’incontro di ieri dovrebbe servire con ogni probabilità a delineare una strategia comune delle due più grandi (seppure in affanno) economie europee dopo quella della Germania, in vista delicatissima fase di preparazione ai due vertici di fine giugno: il “Quadrilaterale di Roma” (tra Francia, Italia, Germania e, per la prima volta, Spagna) del 22 ed il Vertice Ue del 27-28-29. Bisognerà vedere quanto la pressione congiunta di Hollande e di Monti, portavoce assieme a buona parte degli Stati europei dell’assoluta necessità di dare all’Europa prospettive di crescita e di almeno parziale condivisione dei debiti pubblici dell’Unione, riuscirà a far breccia presso il Cancelliere tedesco Angela Merkel, finora strenua paladina della linea del rigore dei conti pubblici. Di fondamentale importanza è che tutti i leader europei comprendano che la partita per fermare la speculazione si gioca, a questo punto, su scala continentale e che non saranno più sufficienti gli sforzi (per quanto duri) dei singoli Paesi in assenza di un vero coordinamento ed investimento di risorse a livello europeo.
L’odierna asta per 3 miliardi di Btp italiani con scadenza a marzo 2015 ha intanto fatto registrare un balzo dei tassi di interesse dal 3,9% della precedente asta di maggio ad un preoccupante 5,3%, ai massimi da dicembre 2011. La tensione sui mercati finanziari ha spinto al rialzo anche gli spread, con quello italiano a 460 punti di distacco dai Bund tedeschi a dieci anni e quello spagnolo a 542 punti base (per rendimenti appena oltre la fatidica soglia del 7%).
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