Grillo: base spaccata sul governo, la scoperta dei troll in salotto

Redazione 25/03/13
MoVimento 5 Stelle, davvero tutti gli adepti sono solidali con Grillo sulla questione della fiducia? E’ questa la domanda che sta tenendo in scacco l’intero universo politico ed è questa la ragione per cui, forse, Bersani non si è ancora rassegnato a rimettere il mandato a Napolitano.

Il sondaggio realizzato da LaPolis e pubblicato oggi da Repubblica dipinge un quadro molto equilibrato tra le anime interne ai 5 Stelle, al punto che la parola di Beppe Grillo appare tutto fuorché sacra.

Nel campione intervistato, infatti, tra gli elettori del MoVimento alle ultime elezioni, appare come il 53,6% si pronunci a favore del sostegno all’ipotetico governo Bersani, con il 45,2%  che si dice contrario all’esecutivo tra Pd  e M5S. Poco oltre l’1% gli indecisi. Dunque, il dato, seppur di poco, è da sottolineare: oltre la metà degli elettori dei 5 Stelle sarebbe contro la linea del leader.

Addirittura, tra gli elettori del centrosinistra l’ipotesi di un governo Bersani-Grillo sarebbe ben vista dal 78,7% degli intervistati, percentuale quasi identica  nel caso dei soli sostenitori del Pd (78,2%).

La percentuale di votanti grillini che proviene dalla vecchia base di consenso del centrosinistra, poi, fa schizzare al 63,3% i pareri favorevoli alla nascita dell’esecutivo, mentre il 36,7% di ex elettori di Pd e dintorni resta comunque ostile all’ipotesi.

Equilibri invertiti, invece, se si interrogano gli elettori del MoVimento che in precedenza avevano accordato la preferenza a una partito del centrodestra: il 36% si dice disposto a dare la fiducia a Bersani, mentre il 64% resta contrario.

Interessante notare, invece, come i grillini di altre provenienze elettorali si pronuncino nettamente a favore della nascita del governo, con un rotondo 60% per il sì a Bersani contro il 37% ancorato sul no.

Insomma, il sondaggio dimostra come in realtà gli strali lanciati da Grillo contro i troll che infesterebbero la sua e altre pagine web, fregiandosi di nickname diversi, identità multiple e altri sistemi di mimetizzazione, potrebbero essere proprio dentro il partito.

Dunque, non prezzolati infangatori di professione, ma espressione di un dissenso che, magari, sul web si presenta in forma reiterata e compulsiva, ma che la ricerca demoscopica mostra come tutta interna alla base di consenso raccolta dal MoVimento 5 Stelle alle ultime elezioni.

Secondo Grillo, addirittura, questi disturbatori del flusso digitale si manifesterebbero secondo precise categorie: si passa dagli “appellanti per la governabilità del Paese”, poi ai “divisori venuti per separare ciò che per loro è oscenamente unito, che chiedono a Grillo di mollare Casaleggio, al M5S di mollare Grillo e a tutti gli elettori del M5S di mollare il M5S per passare al sol dell’avvenire delle notti polari del pdmenoelle”. Oltre a questi, poi, ci sono i delusi: da quelli che lo accusano di “sprezzo delle istituzioni”, o che additano “l’autista narcotrafficante”. Espressioni colorite o, in alcuni casi, del tutto inventate, che, però, non possono celare il dissenso che si è insinuato nelle schiere di elettori del MoVimento, come il sondaggio dimostra.

 

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