Facebook, Graph Search … “cercando” la privacy

In questi giorni Facebook ha presentato il nuovo servizio denominato “Graph Search”.

Si tratta di un motore di ricerca che interagisce con la base informativa rappresentata dai dati prodotti e condivisi dai singoli utenti. In particolare Graph Search consente di fare ricerche sulle notizie pubblicate e sulle timeline. Sulla pagina Facebook dedicata al servizio si legge, infatti, “With Graph Search, you can look up anything shared with you on Facebook, and others can find stuff you’ve shared with them, including content set to Public. That means different people see different results”. Obiettivo dichiarato è quello di ripensare il concetto stesso di motore di ricerca ponendo al centro dell’indagine l’oggetto “persona” e dintorni (“discover fun connections between people, places and things”).

A Palo Alto sono noti i problemi relativi alla privacy e per tale ragione chiariscono che “Your privacy choices determine what’s searchable”. Il punto è sempre lo stesso. La privacy in Facebook (e così in molti altri servizi on line) è garantita nella misura in cui l’utente è conscio di quello che sta facendo, del funzionamento e delle potenzialità dello strumento e delle relative condizioni di utilizzo. D’altra parte è un fatto che il livello di consapevolezza dell’utente è estremamente basso. Provate a chiedere ad una platea di utilizzatori del social network quanti (non tanto hanno compreso quanto piuttosto) hanno letto i terms of service o la privacy policy al momento dell’iscrizione, o quanti si sono soffermati sulle revisioni delle regole di gestione della privacy che periodicamente ci piovono dall’alto. La conseguenza (paradossale) di questo ragionamento è che le informazioni generate saranno, in realtà, condivise “volontariamente” da utenti (volutamente inconsapevoli) che, pertanto, non potranno lagnarsi della violazione della sfera personale.

Da ultimo, Graph Search è ancora in evoluzione, ad oggi è disponibile una versione beta per utenti US e la possibilità di iscriversi ad una lista di attesa per gli altri utenti. Lo stesso dicasi per le interazioni con il mondo dell’advertising che ovviamente attende con trepidazione un nuovo strumento potenzialmente in grado di offrire ricerche mirate, con risultati contestualizzati (socialmente oltre che temporalmente), personalizzati e filtrati secondo le diverse esigenze.

A breve, non appena il servizio sarà del tutto accessibile, torneremo su questo argomento con un approfondimento sul tema della privacy.

 

Michele Martoni

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