Governo Lega M5S: ecco il contratto di governo

Redazione 18/05/18
Dopo giorni di mediazioni, trattative, scontri, distanze sui temi e compromessi, è finalmente pronto il contratto del nuovo governo Lega M5S che dovrebbe già nascere nelle prossime ore. In un documento di ben 58 pagine sono contenuti numerosi punti che i due movimenti politici si prefiggono di portare a termine nell’arco dei prossimi 5 anni. Ecco una sintesi degli obiettivi più discussi contenuti nel contratto.

Politiche per la famiglia e per le donne

Il futuro governo Lega M5S si propone di dare la priorità al welfare familiare, che si traduce in un sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane e nell’introduzione di politiche efficaci per consentire alle donne di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. Si prevede, inoltre, l’innalzamento dell’indennità di maternità, un premio economico destinato alle donne che rientrano al lavoro a maternità conclusa, sgravi contributivi per tutte quelle imprese che mantengono al lavoro le madri dopo la nascita dei loro figli, “IVA a Zero” per prodotti neonatali e per l’infanzia.

Campi rom: arriva la Ruspa di governo

Da anni a questa parte, il simbolo della campagna politica della Lega è stata indubbiamente la ruspa salviniana. Il governo Lega M5S, come si può leggere sul contratto, accenderà i motori. Si parla della chiusura di tutti i campi nomadi (partendo da quelli irregolari per poi passare a quelli regolari), del contrasto ai roghi tossici fino ad arrivare all’obbligo di frequenza scolastica per i minori, pena l’allontanamento dalla famiglia o perdita della potestà genitoriale.

Stretta sull’islamismo, bandite associazioni estremiste

Il contratto di governo Lega M5S annuncia la chiusura immediata di tutte le associazioni islamiche radicali e di tutte le moschee e luoghi di culto irregolari. Su questo tema i due partiti si impegnano ad adottare una specifica legge quadro sulle moschee che preveda un coinvolgimento delle comunità locali, ma anche una normativa ad hoc per istituire un registro dei ministri di culto e tracciare i finanziamenti per la costruzione delle moschee.

Amici della Russia e degli Stati Uniti

In politica estera viene rimarcata l’appartenenza all’alleanza atlantica, con gli USA come alleato privilegiato e al tempo stesso si programma il ritiro immediato delle sanzioni alla Russia, vista come partner economico e commerciale e non come una minaccia.

Voce grossa in Europa

Il contratto coltiva lo spirito di ritornare all’impostazione pre-accordi di Maastricht, mette in prima posizione la discussione dei trattati dell’UE, promette di rivedere insieme ai partner europei: Fiscal Compact, MES, politica monetaria unica, Patto di stabilità e crescita e infine dichiara una forte opposizione del futuro governo Lega M5S al CETA e al TTIP.

Più rimpatri e stop al business dell’immigrazione

La questione migratoria attuale, ritenuta insostenibile, occupa molto spazio all’interno del contratto di governo Lega M5S. Innanzitutto, viene pensato un superamento del Regolamento di Dublino, poiché si ritiene che il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità debba essere garantito con il ricollocamento automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’UE.

Inoltre, nel contratto viene considerata la previsione di specifiche fattispecie di reato che possano comportare, qualora commesse da richiedenti asilo, il loro immediato allontanamento dall’Italia.

Infine viene ritenuta indifferibile e prioritaria la politica dei rimpatri, che potrebbe colpire 500 mila irregolari presenti sul territorio nazionale. Nel contratto si punta a realizzare degli accordi bilaterali con i Paesi terzi in modo da rendere rapide le procedure di rimpatrio. E si fa riferimento alla necessità di individuare, nel frattempo, sedi di permanenza temporanea finalizzate al rimpatrio (almeno una sede per ogni regione) per tutti gli immigrati irregolari, garantendo la tutela dei diritti umani.

Il matrimonio impossibile: Flat tax e reddito di cittadinanza

La Flat Tax proposta dalla Lega in campagna elettorale non è presente nel contratto: il compromesso con il Movimento 5 Stelle ha prodotto un’imitazione diversa dall’originale, poiché non viene più menzionata la “tassa unica”.

Saranno, invece, introdotte due aliquote (al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie) con sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta. Per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3000 euro sulla base del reddito familiare.

Mentre per il reddito di cittadinanza si prevede lo stanziamento di 17 miliardi di euro annui per destinare un sussidio di 780 € al mese ad ogni italiano che versa in condizione di bisogno. Per consentire il reinserimento del cittadino nel mondo del lavoro e per ricevere il reddito di cittadinanza, si presuppone un impegno attivo da parte del beneficiario che dovrà aderire ad una delle tre prime offerte di lavoro provenienti dai centri per l’impiego nel corso di due anni.

In caso di rifiuto di entrambe le tre proposte, decade il beneficio. Per riorganizzare i centri per l’impiego verranno destinati 2 miliardi di euro. L’intento è quello di riformare i centri dell’impiego e fare in modo che possano essere potenziati incrementando la presenza, l’efficienza e la qualità dei servizi per l’impiego.

Tagli dei costi della politica e delle pensioni d’oro

Un’importante novità del governo Lega M5S è la promessa di intervenire per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando eccessi e privilegi. Sarà ricondotto il sistema previdenziale dei parlamentari, consiglieri regionali ecc. al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini. Infine, verranno tagliate le cosiddette pensioni d’oro superiori ai 5000 € mensili e non giustificate dai contributi versati.

Smantellata la Legge Fornero

Il cavallo di battaglia di Matteo Salvini, condiviso anche dal Movimento 5 Stelle, è uno dei punti fondamentali del contratto di governo Lega M5S. Si prevede l’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma Fornero, con lo stanziamento di 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse.

Le forze politiche si impegnano a raggiungere l’obiettivo quota 100 (la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è pari a 100) e l’obiettivo quota 41 (chiunque può andare in pensione quando ha raggiunto almeno 41 di contributi). Verrà anche prorogata l’opzione donna.

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