Durante la riunione, inoltre, il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha fatto il punto sulla missione che la scorsa settimana lo ha portato in Asia, con tappe in India, Vietnam e Singapore, e infine in Turchia.
Con particolare riguardo alle tappe a New Delhi e Kochi, il Ministro Terzi si è soffermato sull’impegno coordinato delle Amministrazioni coinvolte nella ricerca di ogni possibile soluzione alla vicenda dei militari Latorre e Girone, ai quali tutte le articolazioni del Governo continueranno a garantire la massima tutela ed assistenza. In particolare, Terzi ha illustrato le iniziative da lui stesso attuate durante la visita, i costanti sforzi del Sottosegretario De Mistura e delle nostre Autorità diplomatico-consolari, e l’attività del gruppo interministeriale di esperti inviati dai Dicasteri degli Esteri, Difesa e Giustizia.
Sull’aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa – CEB delibarato dal CdM, si legge in una nota del Governo:
“La CEB è un importante strumento della politica di solidarietà e di coesione sociale europea. Attraverso i propri presiti partecipa infatti al finanziamento di progetti sociali, risponde a condizioni di emergenza, concorre al miglioramento delle condizioni di vita e alla coesione sociale nelle regioni meno avvantaggiate del continente europeo. La Banca è composta da 40 Paesi membri che coprono un’area geografica che si estende dalla Turchia all’Islanda e dal Portogallo alla Georgia.
Le sfide difficili poste dall’attuale contesto economico e finanziario hanno portato a una crescita consistente della domanda di prestiti da parte degli Stati membri. Per questo motivo, il 4 febbraio 2011 il Consiglio direttivo della Banca ha adottato una risoluzione per aumentare il capitale. Una volta ultimata positivamente la sottoscrizione entro il termine stabilito (30 giugno 2012), l’aumento porterebbe il capitale totale sottoscritto da 3.3 miliardi a 5.5 miliardi di euro. Tale aumento prevede un’incorporazione delle riserve nel capitale liberato di 246 milioni di euro, senza alcun versamento da parte degli Stati Membri. La parte di capitale liberato sul capitale sottoscritto resterebbe invariata all’11,19%.
L’Italia, insieme a Francia e Germania, è il maggior azionista della CEB. Al 31 dicembre 2010 il nostro Paese disponeva di circa il 17% del capitale sottoscritto, pari a 549.692.000 euro. L’aumento – per un totale di 366.078.000 euro – viene attuato con due modalità. Anzitutto, con l’attribuzione supplementare di titoli di partecipazione dell’ammontare di euro 40.964,000. Inoltre, mediante la sottoscrizione, senza obbligo di versamento immediato, di nuovi titoli di partecipazione, per un totale di 325.114,000 euro. Questo capitale “a chiamata” non comporta dunque esborsi finanziari effettivi. Esso ha una funzione di garanzia che i Paesi sottoscrittori forniscono per accrescere la credibilità e solidità della CEB. L’aumento di capitale, inoltre, potrà essere sottoscritto fino al 30 giugno 2012”.
Il Consiglio dei Ministri ha in seguito prorogato, fino al 31 dicembre 2012, lo stato di emergenza – dichiarato il 17 dicembre 2010 – in relazione alla concentrazione di arsenico, superiore ai limiti stabiliti dal decreto legislativo n. 31 del 2001, riscontrata nelle acque destinate all’uso umano di alcuni Comuni della Regione Lazio.
“La proroga, chiesta dal Commissario delegato – Presidente della Regione Lazio, – si legge nel comunicato stampa – si è resa necessaria per garantire il completamento degli interventi di potabilizzazione di carattere straordinario e urgente approvati il 14 marzo 2011 e finalizzati a ricondurre le concentrazione di arsenico entro i limiti stabiliti dalla Commissione europea, oltre che a salvaguardare da possibili gravi rischi a interessi pubblici primari quali la salute e l’igiene pubblica.
In particolare, secondo la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori predisposta dalla struttura del Commissario delegato, per i Comuni delle Province di Latina e Roma (30 in totale con il coinvolgimento di circa 470 mila abitanti) il rientro nei parametri consentiti sarebbe imminente grazie agli interventi già avviati; più difficile, invece, il lavoro sui 53 Comuni interessati nella Provincia di Viterbo (circa 286.000 persone coinvolte) perché, oltre ad avere un’alta concentrazione di arsenico, a carattere naturale, in gran parte delle fonti di approvvigionamento idrico potabile, hanno schemi idrici fortemente frammentati che non consentono un’agevole integrazione del sistema degli acquedotti”.
Infine, Il Consiglio dei Ministri ha esaminato sedici leggi regionali su proposta del Ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi. Nell’ambito di tali leggi, il Consiglio ha deliberato l’impugnativa, dinanzi alla Corte Costituzionale, della “legge finanziaria 2012” della Regione Friuli Venezia Giulia. La decisione di impugnativa, condivisa dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Dipartimento della funzione pubblica, è motivata dal fatto che varie disposizioni eccedono dalle competenze legislative conferite al Friuli Venezia Giulia dallo Statuto speciale e violano principi e norme costituzionali.
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